Il capo della Procura della Repubblica di Vasto Giampiero Di Florio ha incontrato una delegazione dei lavoratori della Esplodenti Sabino di Casalbordino (Chieti) che avevano dato vita ieri mattina ad un sit in davanti al tribunale per protestare contro il sequestro della fabbrica dove nello scorso dicembre sono morti 3 operai a causa di una esplosione. La fabbrica è chiusa da allora e gli 80 dipendenti risultano senza stipendi, nonostante risulti un sostanzioso aumento di capitale da parte della azienda prima della tragedia.
Tre sindacalisti si sono recati dal pm il quale ha loro spiegato che "la Procura e i provvedimenti presi non sono la causa dei loro problemi ma eventualmente l'effetto di quanto accaduto.
L'obbietivo delle indagini e della procura vastese è quello di riaprire il sito produttivo nella massima sicurezza per evitare che accadano altre tragedie del genere. Gli accertamenti devono essere veloci, ma bisogna farli. Bisogna rispettare le regole e intervenire quando ci sono degli errori. Mi impegno a chiudere il prima possibile questo processo", ha spiegato Di Florio.
Intanto è in arrivo il provvedimento del Gip vastese in opposizione sull'istanza di rigetto del sequestro del sito. Il fascicolo aperto dalla Procura prevede le ipotesi di reato per omicidio colposo, disastro e danno colposo con la iscrizione sul registro degli indagati di 3 vertici della Esplodenti Sabino e l'iscrizione della societa' per illeciti ammnistrativi dipendenti da reato.
Lo scorso 21 dicembre una deflagrazione tremenda tolse la vita a Carlo Spinelli di 54 anni di Casalbordino, Paolo Pepe di 45 anni di Pollutri e Nicola Colameo, di 45 anni e residente a Guilmi, tutti in provincia di Chieti.