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San Vitale: "Riscopriamo il senso vero della festa"

Il parroco Don Raimondo Artese: "Senza ricorrere a sfarzo e esteriorità, cresca in tutti la fede e non il devozionismo"

redazione
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San Vitale: oggi è la Festa del patrono di San Salvo.

Riproponiamo il testo di Don Raimondo Artese, parroco di San Giuseppe, dedicato proprio alla ricorrenza.

"Speravamo potesse passare presto il tempo di restrizioni della pandemia, ma anche quest’anno la festa di San Vitale, nostro patrono, sarà vissuta con tante limitazioni.

In questi giorni leggevo: “In Italia e anche in altri Paesi folle devote riempiono, ogni tanto, con fervore le piazze e grandi occasioni rituali destano il momentaneo interesse della gente e dei media, ma le chiese si svuotano ogni giorno di più, i sacramenti come il battesimo e il matrimonio religioso cadono sempre più in
disuso e soprattutto sparisce la cultura cristiana…

Quest’anno ricordiamo anche il 7° centenario della morte di Dante che morì a Ravenna dove era stato martirizzato e sepolto San Vitale. Il Papa nella Lettera Apostolica Candor Lucis Aeternae dice: «Egli diventa così l'esule. il “pellegrino pensoso”, caduto in una condizione di «dolorosa povertade» (Convivio, I, III, 5) che lo spinge a cercare rifugio... Nelle parole di Cacciaguida, antenato del Poeta, si percepiscono l'amarezza e lo sconforto di questa nuova condizione: «Tu lascerai ogne cosa diletta / più caramente; e questo è quello strale / che l'arco de lo esilio pria saetta. / Tu proverai sì come sa di sale / lo pane altrui, e come è duro calle / lo scendere e‘l salir per l'altrui scale» (Par. XVII, 55-60)… Dante, dunque, rileggendo soprattutto alla luce della fede la propria vita, scopre anche la vocazione e la missione a lui affidate, per cui paradossalmente, da uomo apparentemente fallito e deluso, peccatore e sfiduciato, si trasforma in profeta di speranza.» (Candor Lucis Aeternae 2-3).

Ogni persona, ogni comunità vive nel tempo alcuni ritmi e vicende nelle quali trova il senso più profondo per continuare a definirsi come tale. Così è per le feste patronali. Abbiamo bisogno di approfondire la memoria perché il domani non sia vuoto. Non recidiamo le radici ma non mortifichiamo neppure i rami. E ciò perché in tutti cresca il desiderio della scoperta del senso vero della festa, senza ricorrere a sfarzo e esteriorità ma crescano in tutti la fede e non il devozionismo al patrono della nostra San Salvo".

(Don Raimondo Artese, parroco della chiesa San Giuseppe)

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