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RIFORMA DEL MODELLO CONTRATTUALE: DUE ORE DI SCIOPERO ALLA DENSO PROCLAMATE DALLA RSU FIOM-CGIL

redazione
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Il Comitato degli iscritti Fiom-Cgil della Denso di San Salvo considera negativo la stipula dell'accordo separato relativo alla riforma del Modello Contrattuale firmato tra il Governo, la Confindustria, Cisl e Uil esprimendo forte contrarietà al provvedimento. ''Di fatto - si legge in una nota - l'accordo indebolisce fortemente il Contratto Nazionale di Lavoro, non estende a tutti i lavoratori il contratto di secondo livello, penalizza e riduce i salari dei lavoratori, getta le basi per cambiare la natura stessa del sindacato: da sindacato che contratta il miglioramento delle condizioni di lavoro, con il consenso dei lavoratori, ad un sindacato cooptato dal Governo nella gestione del Welfare. Per queste ed altre ragioni, ed in coerenza con la sua lunga storia, la Cgil ha detto no, scegliendo di stare dalla parte dei lavoratori''. Per contrastare e per dire no all'accordo separato la Rsu Fiom della Denso di San Salvo proclama due ore di sciopero da effettuarsi venerdì 30 gennaio, con l'uscita anticipata alla fine di ogni turno di lavoro. ''Legare i nostri salari solo alla produttività in un periodo prolungato di crisi finanziaria ed industriale è una vera e propria presa in giro - si legge ancora nel documento Fiom - nei prossimi anni i nostri salari continueranno a diminuire, è in atto una riduzione drastica e programmata dei salari: non saranno più legati all'inflazione programmata e scompare il rinnovo del ''biennio economico salariale''; non si deve sfruttare una crisi per abolire diritti conquistati in anni di contrattazioni e lotte sindacali; si limita il diritto di sciopero, perché si rafforza il periodo di ''tregua sindacale'', prevedendo sanzioni per il sindacato e per i lavoratori; creando inutili Enti Bilaterali, i sindacati diventeranno in tutto e per tutto una vera e propria casta legittimata dal sistema imprenditoriale. E' un brutto momento per il lavoro e la democrazia. Si cambiano le regole senza la Cgil, il più grande Sindacato Italiano, e senza consultare le lavoratrici ed i lavoratori tramite referendum. Scelte gravissime che peggiorano le condizioni attuali dei lavoratori''.
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