Circa  un anno fa, il 19 gennaio 2008, la bandiera dell'Abruzzo e della FIAA (Federazioni Italiana della Associazioni Abruzzesi) sventolavano sulla più alta cima del continente americano.
A portarle sulla vetta dell'Aconcagua (6.652 metri) è stato Carlo Di Giambattista, presidente della Famiglia Abruzzese e Molisana del Piemonte e Valle d'Aosta e Segretario della FIAA, autore di quella spedizione che, come hanno confermato recentissime e tristi vicende, presentava e presenta oggettive difficoltà .
In questi giorni Carlo Di Giambattista è rientrato dall'Africa dove ha compiuto una nuova e brillante spedizione salendo sulle cime delle più alte montagne di questo continente.
Alle ore 5,33 del 1 gennaio 2009, la mattina di Capodanno, Carlo ha puntato saldamente i piedi sull'Uhuru Peak in Tanzania che con i suoi 5895 metri rappresenta il punto più alto del Kilimangiaro e piantato ancora una volta la bandiera dell'Abruzzo e della FIAA sulla vetta più alta dell'Africa.
Festeggiato così un Capodanno davvero originale e sicuramente esaltante, Di Giambattista ha arricchito la sua impresa salendo, quattro giorni dopo, alle ore 5,28 del 5 gennaio 2009, anche sulla Punta Lenana del Monte Kenia che, con 4895 metri di altezza, è la terza cima del massiccio che sovrasta l'omonima nazione africana.
Appassionato della montagna, questo vastese trapiantato a Torino, ma con residenza sempre ed orgogliosamente nella cittadina istonica, pratica da anni questo sport che lo ha portato prima sulle più alte cime dell'Appennino e delle Alpi, per poi volare sulla cima più alta del continente americano, e questa volta sulla più alta vetta africana.
Medico, dirigente di una importante clinica piemontese, Carlo Di Giambattista è Presidente della Famiglia Abruzzese e Molisana in Piemonte e segretario della FIAA la Federazione che riunisce le Associazioni Abruzzesi in Italia.
L'iniziativa di ''piantare'' i vessilli dell'Abruzzo e della FIAA sulle più alte cime mondiali è nata da un ''progetto'' sorto all'interno della nostra Federazione in omaggio al mondo dell'emigrazione abruzzese, e non solo, che trova spunto nel simbolismo della montagna come ideale punto di riferimento dei popoli, tanto più per la gente della nostra Regione dominata dai massicci del Gran Sasso e della Majella, la montagna madre di tutti gli abruzzesi.
''Sono le montagne, infatti, - afferma Carlo Di Giambattista - una metafora della vita, grandi sacrifici, grandi sforzi, a volte amarezze e a volte tragedie, come purtroppo vediamo in questi giorni, ma poi alla fine la vetta ... la nostra vittoria dove più in là , più sù, non si può andare,, dove abbiamo toccato il limite, piccolo o grande che sia. Ed è in questa metafora che riconosciamo ancora più spinto il grande sacrificio dei nostri emigranti, per loro la vita è stata una dura scalata irta di ostacoli, amarezze, tragedie, bufere, cadute ma alla fine molti hanno conquistato la vetta della vita, il riscatto di una vita per i più dura ed umiliata''.
Ecco, condividendo queste considerazioni, è nato il progetto della FIAA di dedicare, tramite la passione e il valore sportivo di Carlo, alla nostra gente, emigrata e non, dopo l'Aconcagua la vetta simbolo dell'Africa: il Kilimangiaro.