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Pilkington, ancora cassa integrazione, ma almeno lo stabilimento è salvo. Chiudono invece i siti produttivi all'estero

Redazione
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SAN SALVO - Altre cinque settimane di cassa integrazione per quasi duemila lavoratori alla Pilkington di San Salvo. Torna l'incubo della crisi su una delle maggiori realtà produttive del Vastese. L'azienda ha dato il via ad un altro mese di cassa integrazione, ma in realtà potrebbe trattarsi, paradossalmente, di una buona notizia, visto quel che accade per altri siti produttivi all'estero. Lo stabilimento di San Salvo, leggendo i segnali che arrivano dal mercato, sembrerebbe essere confermato nel ruolo strategico per il colosso mondiale del vetro. Pare infatti che la proprietà, nipponica, stia seriamente valutando il ridimensionamento di alcuni siti produttivi in Austria, Finlandia e Gran Bretagna. Dello stato di crisi del settore dell'auto e delle prospettive della fabbrica di San Salvo si è parlato ieri in un vertice presso l'Associazione industriali di Vasto. A fronte delle nove ulteriori settimane di cassa integrazione inizialmente chieste dall'azienda, i sindacati hanno detto sì a cinque settimane, subordinando il parere favorevole, tuttavia, alla verifica dei volumi produttivi e delle commesse a tempo debito. L'aspetto positivo, in un quadro congiunturale ancora sfavorevole, sarebbe legato alla conferma della centralità del sito del Chietino: a San Salvo, in pratica, potrebbero essere spostate le lavorazioni di alcuni stabilimenti europei. Ciò apporterebbe un sicuro vantaggio per le maestranze di zona, mentre i lavoratori d'oltre frontiera vedono lo spauracchio della chiusura. Tra lo scorso mese di ottobre e la prima decade di gennaio, alla Pilkington sono gia' state operate tre fermate produttive da venti giorni ciascuna, mentre scadranno i primi di marzo altri quindici giorni di cassa integrazione.
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