La Fiom e la Cgil sono impegnate in una forte iniziativa di mobilitazione per una ragione abbastanza semplice , perché governo, banche e industrie, al di là delle chiacchiere, stanno facendo poco o niente di fronte ad una crisi che diventa sempre più pesante.
Nella provincia di Chieti qualche migliaio di lavoratori precari hanno perso il posto di lavoro, nel vastese si stanno perdendo e sono a rischio centinaia di posti di lavoro in un territorio che ha subìto forti ristrutturazioni negli ultimi anni. Oltre al settore metalmeccanico, quasi tutte le aziende industriali nel nostro comprensorio sono coinvolte in processi di CIG/O ( Cassa Integrazione Guadagni) e/o di forte riduzione di lavoro. I prossimi mesi si annunciano drammatici per la tenuta del reddito delle famiglie dei lavoratori che dovranno vivere con circa 700 euro al mese. NOI cerchiamo di fare accordi sulla CIG/O che prevedono rotazione del personale per ridurre la perdita salariale, ma non tutte le imprese rispettano quanto sottoscritto.
Per superare la crisi economica è necessario rafforzare gli ammortizzatori sociali per sostenere il reddito dei disoccupati, dei precari e di tutti i lavoratori; servono forti investimenti pubblici e privati per creare rapidamente maggiori opportunità di lavoro; serve sostenere la ricerca, la formazione, l’università e i giovani che sono il futuro; serve una lotta vera contro le Morti Bianche e per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Tutte le Istituzioni locali,provinciali, regionali e nazionali devono fare di più di quello che stanno facendo per dare risposte concrete a chi non può arrivare a fine mese e che non può mandare i figli a scuola con dignità .
Senza nessuna polemica ma per amore di verità , bisogna dire che l’accordo separato sulla riforma del modello contrattuale è un errore e non aiuta il reddito dei lavoratori. E’ un accordo frutto di questa crisi dove il governo e la confindustria vogliono riprendersi proprie rivincite ed affermare posizioni di comando a danno del mondo del lavoro e dei lavoratori. Per la prima volta si stabilisce la possibilità di fare accordi che abbassano i salari, cambiano gli orari, riducono i diritti definiti dal contratto nazionale con la motivazione di sostenere la competitività delle imprese o per l’occupazione. Perché per questo devono pagare i lavoratori? Ovunque vi è la crisi, le aziende potranno pretendere di non applicare più il contratto nazionale. Nei fatti (questo è dimostrabile) con l’accordo separato si riduce il salario dei lavoratori da contratto nazionale e non è certa la contrattazione aziendale. Infatti quando vi è crisi non si riesce a fare contrattazione aziendale e lo stiamo verificando anche nel nostro territorio; quindi si chiede ai lavoratori di lavorare di più con meno soldi e tutto questo accade solo nel nostro Paese. Dunque l’accordo separato firmato da CISL e UIL è sbagliato e profondamente negativo e peggiorativo della situazione esistente. E’ inaccettabile che le regole siano definite solo da una parte dei sindacati e senza consultare i diretti interessati. Imporre l’accordo senza democrazia è un attacco ai diritti e alle libertà delle lavoratrici e dei lavoratori che va respinto. Per questo noi cercheremo nelle prossime settimane di informare i lavoratori e li faremo votare.
Ho fatto questo inciso necessario perché io non metto in discussione che nel mondo, in Europa, in Italia, in Abruzzo, in provincia di Chieti vi sia la crisi, ma, senza azioni serie, concrete ed un sindacato che contratta, solo i lavoratori pagheranno un duro prezzo per superarla, mentre i responsabili, gli speculatori e gli affaristi ci guadagneranno e questo non è giusto. Tante aziende nei momenti positivi hanno incassato i profitti e ora vogliono socializzare le perdite: questo non è etica della responsabilità .
Inoltre credo che meriti più attenzione e rispetto la proposta avanzata dal segretario generale della CGIL G. Epifani di tassare un po’ di più i redditi sopra 150.000 euro per un breve periodo. E’ ovvio che è necessario far pagare meno tasse ai lavoratori dipendenti ed ai pensionati come richiesta dalla piattaforma unitaria di CGIL-CISL- UIL di fine 2007 e che finora non ha avuto risposta dal Governo. E’ indispensabile che il Governo faccia con più determinazione la lotta all’evasione ed all’elusione fiscale per recuperare risorse aggiuntive. Ma se non vogliamo tornare all’ottocento dove il lavoratore lavorava un giorno per sé e uno per il padrone, serve una vera azione di solidarietà del mondo del lavoro, servono risorse straordinarie per sostenere concretamente persone, famiglie, lavoratori. E chi può dare di più è giusto che lo faccia.
Mario Codagnone
FIOM-CGIL