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Improprio utilizzo della Casa dell’infanzia?

Ma era proprio l’unica soluzione possibile?

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A tutt’oggi sono passati ben 140 giorni dall’inaugurazione in pompa magna della “Casa dell’Infanzia, maternità e adolescenza”.

Capisco che tenere a lungo inattiva una struttura pagata con soldi pubblici non sia esattamente quello che si dice autopromozione utile in tempi ormai prossimi alle nuove elezioni comunali. E questo indipendentemente dal fatto che si tratti di fondi comunali o  “captati” dalla Regione o dallo Stato. Si tratta comunque e pur sempre di soldi dei contribuenti.

Capisco pure che, pur di dare visibilità e operatività a una sorta di ‘bella addormentata’ e (forse) replicare in tal modo a tutti coloro che hanno già stigmatizzato quella ormai lontana, finta inaugurazione si possa decidere di ospitare in quella struttura una qualche iniziativa gestita da chi con i naturali destinatari dei servizi di quella ‘Casa’ poco o nulla avrebbe da spartire… fatta salva la rilevanza sociale di certe problematiche.

Ma “secondo me” è stato veramente fuorviante, per non dire di peggio, l’utilizzo della struttura con le due programmazioni annunciate (e che nel frattempo credo abbiano già preso il via). 

Perché, a ben vedere, sembrerebbe quasi che a San Salvo due gravissime patologie (ludopatia e morbo di Alzheimer) abbiano messo profonde, preoccupanti radici già a partire dall’infanzia… e che pertanto ci si sia organizzati per combatterle adeguatamente, nella ‘sede naturale’.

Che dire? Meno male che non è proprio così e che si tratta forse solo di un improprio utilizzo di una struttura che non è ancora in grado di rispondere al compito per cui sarebbe stata pensata.

E allora mi limiterò a dire che si è trattato soltanto di un clamoroso autogoal; anzi due!

 

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