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"Lu mausarille"

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Non sono sicuro, ma il gioco del "Maus", diminutivo di "Mausarille", ha forse l'esclusiva di essere conosciuto e praticato unicamente a San Salvo.  
Come qualsiasi gioco, può diventare d'azzardo, ma il "Maus" lo può diventare ancora di più quasi inconsapevolmente. 
Viene giocato abitualmente nelle tipiche serate invernali in mezzo alle festività natalizie, quando il clima festoso allenta un po' i freni inibitori verso la propensione al gioco.
"Lu Mausarille" viene giocato con le carte napoletane e per il suo svolgimento ottimale è consigliabile farlo con non più di 5 giocatori, per evitare un ingorgo pericoloso, da far lievitare molto il piatto e per il numero esiguo di carte che rimane dopo la distribuzione di 4 carte per giocatore. Questo perché, nella fase successiva è previsto lo scarto eventuale delle carte indesiderate per ogni giocatore, da reintegrare con quelle del mazzo.
"Lu Maus", che nella sua accezione anglosassone significa topo, potrebbe avere avuto origine dal fatto che nell'ordine  di grandezza a scalare delle carte viene imposto l'asso come il più forte, mentre nel caso di un simile gioco, denominato "ciucciarille", è il re ad esserlo e con l'asso ultimo. Sicché, nel nostro caso la scala dei valori è la seguente: Asso - re - cavallo e via fino al due, il più debole.
Quindi, il ruolo dell'asso vincente su tutti, ricorda il topo che riesce con la sua abilità  ad infilarsi ovunque, ragion per cui potrebbe averne originato il nome.  
Mi rendo conto, però, che il "Maus" è molto più semplice giocarlo che spiegarlo, ma tenterò di procedere. 
Il gioco si inizia con lo stabilire la consistenza del piatto, che inizialmente è pari alla puntata che ogni giocatore dovrà versare al proprio giro. 
In genere si inizia con una piccola puntata, facilmente divisibile per le 4 pigliate, ad esempio 2 euro, con 50 cent a presa.
Ciò fatto, si sorteggia il primo cartaro, magari a chi estrae la carta più grande.
Il quale distribuisce, a partire dalla sua destra, 4 carte a giocatore, scoprendone a fine operazione una, che resta sotto le restanti carte ad indicare il colore che comanderà il giro del gioco. Il giocatore alla destra del cartaro si dice di "mano", ed ha la facoltà di rubarla se la ritiene valida e unirla alle sue carte ancora coperte, dicendo "sfido", mentre gli altri, una volta viste le carte, sono liberi di accettare la sfida, replicando con "assisto o passo"; dicendo "passo" si cede la mano al giocatore alla sua destra che a sua volta dovrà dichiararsi e così di seguito. Nel caso non ci siano assistenti, ovviamente il piatto è ad esclusivo appannaggio dello sfidante.
Tra le regole più importanti del gioco, vi è quella secondo cui bisogna rifarsi, cioè prendere due quote del piatto da parte dello sfidante, mentre ne basta una per gli assistenti. Nel caso non si riesca ad ottenerle, si dice che si è andati "ciucci" e bisogna pagare un intero piatto a carico degli assistenti e può arrivarne a due a carico dello sfidante, nel caso non  riesca a rifarsi nemmeno una volta. I "ciucci" vanno pagati al tavolo, contribuendo notevolmente a far  lievitare il piatto per il giro successivo. 
Può capitare, altresì, che la sfida venga stravinta dallo sfidante prendendosi tutto il piatto, costringendo al "ciuccio diretto" tutti gli altri, obbligati in questo caso a versarlo direttamente a lui, mentre nella circostanza contraria il "ciuccio" resta al tavolo. 
Si comprende bene, quindi, il grado di rischio che si viene a determinare in caso di più "ciucci" contemporanei da mettere sul tavolo, per di più se essi risultino particolarmente elevati.
Per cercare di evitare questo, spesso per lo svolgimento di un sano passatempo, si fissano dei limiti di buon senso che ne depotenziano la rischiosità.
C'è anche da aggiungere che, durante il corso regolare del gioco, può capitare un evento un po' raro, ma sempre possibile, relativo al conseguimento da parte di un partecipante del cosiddetto "Maus".
Questo si verifica quando capita di avere tra le mani 4 carte di eguale misura, od anche 3 nelle mani che possono unirsi alla carta di base avente lo stesso valore.
È pure possibile che si verifichino più "Maus" contemporaneamente, nel qual caso vince quello di massimo valore.
Nella predetta combinazione, chi ha realizzato il "Maus o il più grande dei Maus" prende il piatto, più un valore uguale al piatto per ogni assistente, ed uno doppio per lo sfidante.
Lascio a voi immaginare il grado d'azzardo del nostro passatempo.
Bisogna tener presente ancora, l'obbligatorietà assoluta della risposta a colore in ogni fase di gioco in esecuzione; vale a dire, che se la fase è "denari" e il giocatore ha in mano una "denari", dovrà necessariamente rispondere a "denari".
Infine, se nel giro non vi è alcun sfidante si passa con le stesse modalità a quello successivo. E qualora un giocatore, pur avendo l'asso di mano e non intende  sfidare, ha facoltà di rinunciare dicendo "passo e tengo", lasciando agli altri la facoltà di farlo.
Grosso modo, questo è "Lu Mausarille" sansalvese, che apparentemente sembra complesso ma che risulta, invece, molto attraente e coinvolgente, con il quale è possibile trascorrere alcune ore liete, sempre con la dovuta cautela, fissandone i limiti necessari ad eliminare inutili rischi.
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