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Nessuna donna dovrebbe mai sentirsi sola

Perché questo genere di violenza non risparmia neanche le piccole realtà come San Salvo

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Nessuna donna dovrebbe mai sentirsi sola, minacciata o in pericolo.

Vi posso assicurare che ci vuole tanto, tanto coraggio per capire cosa sia giusto e cosa invece non lo sia.

Si fa presto a parlare e a dire di andare avanti, ma non è così facile.

Non sai da dove ricominciare e provi vergogna per quello che le persone diranno di te.

Perché sicuramente diranno che te la sei cercata e ognuno farà a gara per dare la propria opinione in merito alla vicenda.

Ma solo io so quello che ho vissuto, io che non ancora sento di poter dire di esserne uscita completamente da questo incubo.

La cosa più difficile che mi sia ritrovata a fare sicuramente in questo ultimo anno è stata prendere coscienza che tutto questo male io, come tante altre donne, non me lo meritassi.

E il passo successivo ancora più difficile è stato invece capire che non ero da sola e non lo sarei stata neanche in futuro.

L’anno scorso conobbi un ragazzo, lo cercai io.

Credetti di vedere in lui la stessa sensibilità che c’era in me.

Ed effettivamente era sensibile, ma al contrario mio lui sapeva come uccidere.

Lentamente ha strappato pezzi di me, fino a quando sono arrivata a non ricordare più come fossi prima di lui.

Mi ha isolato da tutti, dagli amici, dall’affetto della famiglia…

E più io mi sentivo sola e più lui era lì presente.

Si stagliava come un’ombra sulla mia vita.

Non te ne accorgi, certi mali si insinuano in maniera così silenziosa e prima che tu possa cacciarli via, hanno preso il possesso della tua vita.

Da un giorno all’ altro ti ritrovi a non poter più aggiungere ragazzi sui social, a non poter uscire… o meglio lui non mi ha mai vietato di uscire, ma se lo facevo sapevo che poi avrei dovuto fare i conti con tremila messaggi e altrettante spiegazioni di dove fossi stata e con chi.

E se le foto non bastavano come prova, dovevi sopportare una carrellata di insulti e offese per poi trovarti bloccata ovunque, perché questa era la pena che dovevi pagare per essere uscita con i tuoi amici.

Notti e notti passate insonne a piangere.

Giornate intere passate a difenderlo, perché lo difesi sempre, fino all’ultimo.

Lui invece si divertiva a inventare storie su di me con i suoi amici e con le sue amiche, che ignare di quello che stavo passando, mi insultavano e pensavano che la tossica della situazione fossi io.

Io che ho un numero di un centro antiviolenza segnato sul telefono.

Io che il 28 agosto avevo un appuntamento con avvocato per fare una segnalazione.

Io che ho preso gli schiaffi quando lui è venuto a sapere che mi ero rivolta a qualcuno per chiedere aiuto.

Io che mentre guidavo mi sono sentita prendere la testa per i capelli e strattonarla all’indietro.

E allora voi mi chiedereste perché non l’ho lasciato subito?

In realtà pensavo e ho sperato fino all’ultimo di poterlo aiutare.

Sapevo che c’erano delle dinamiche che non andavano bene, ma allo stesso tempo credevo che tutti i suoi pensieri, le sue paranoie, la sua rabbia, la sua folle gelosia, fossero dipese da delle mancanze.

Pensai che la vita non fosse stata gentile con lui.

Così gli diedi altre possibilità per ripartire ed essere felice.

Mi presi la briga di contattare una psicoterapeuta e lui inizialmente si dimostrò propenso ad affrontare i propri problemi.

Ma a quell’appuntamento non si presentò mai, e le minacce a me e ai miei cari ricominciarono.

Soprattutto dopo che io gli dissi di volerlo denunciare e che mi ero informata per il trattamento sanitario obbligato.

Ripensando a tutto quello che ho vissuto nell’ultimo anno, mi sento assalire dallo sconforto.

C’è questa presenza che aleggia ancora sulla mia vita, un condor minaccioso in attesa che la sua preda sfinita si accasci a terra per potersene cibare.

Non nego di avere ancora la speranza che io possa aiutare questo ragazzo e lui questo purtroppo lo sa e gioca con le mie buone intenzioni come un gatto con il topo: è sempre lì pronto a darmi il via libera, ma non mi lascia mai andare troppo lontano che subito mi afferra e mi riporta indietro al punto di partenza.

Ma vorrei veramente dire a tutte le donne che vivono una situazione simile alla mia, che non siete sole e che questo non è assolutamente amore.

Lì fuori c’è di meglio per ognuna di noi, ne sono certa, ed è con questa speranza che mi trascino avanti, giorno dopo giorno.

 

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