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La Pasqua nelle tende, tra fango e pozzanghere. La testimonianza dei volontari di Rifondazione dal campo di Collepietro

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COLLEPIETRO (AQ) - Una Pasqua nel fango, per i quasi duecento abitanti di Collepietro, un paesino dell'Aquilano colpito, come gli altri centri della zona, dal sisma. Grazie alla disponibilità dei volontari della federazione provinciale di Chieti di Rifondazione comunista, offriamo ai nostri lettori una testimonianza diretta, anche fotografica, dall'inferno de L'Aquila. "La comunità di Collepietro, - spiega uno dei volontari, originario di Castelguidone - è di duecento abitanti, per lo più anziani. La Protezione civile ha lasciato le tende ed è andata via. Da sabato (a quasi una settimana dal terremoto, ndr) hanno ricevuto i bagni e gli aiuti di prima necessità. Il campo è stato messo su dai volontari locali, che però non avevano a disposizione, come altrove, un terreno drenato". Pare infatti che in altri centri la Protezione civile sia intervenuta con mezzi meccanici realizzando una sorta di sottostrato drenante sul quale impiantare le tende. L'emergenza generalizzata ha evidentemente impedito di raggiungere tempestivamente tutti i comuni interessati dal sisma, e in diversi casi, vista l'urgenza e la necessità, le tende sono state montate sui campi, direttamente sul suolo. Le abbondanti precipitazioni della scorsa notte hanno peggiorato, come è evidente anche dalle foto, la situazione al campo degli sfollati. "La pioggia ha allagato le tende - continua il volontario di Rifondazione, trasformatosi, per l'occasione, in un corrispondete per la nostra testata - e fatto saltare i contatti elettrici, lasciando giovani e anziani al freddo e al buio, nel fango. Le precarie condizioni spingono gli anziani, che sono la maggioranza, ad abbandonare le tende e a tornare a vivere nelle proprie case, anche se danneggiate. Uno di essi Š caduto procurandosi diverse fratture. Le famiglie di immigrati dalla Romania, solitamente molto numerose, sono quelle che maggiormente soffrono il disagio". Facilmente immaginabili le condizioni di vita in una tenda, tra il fango e le pozzanghere. Senza riscaldamento e senza luce. Questo il racconto, la fotografia della realtà, che arriva dai volontari di Rifondazione. Nessuna polemica, precisano, solo il tentativo di raccontare uno spaccato della vita nel post-terremoto in uno dei tanti paesini distrutti dal sisma. Nelle immagini pubblicate si vede il groviglio di cavi, quello che funge da impianto elettrico per il campo, che si immerge pericolosamente nelle pozzangere e nel fango. "La sensazione generale a Collepietro è che si sentono abbandonati e sono tutti preoccupati per gli anziani", aggiunge, in chiusura, uno dei volontari.
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