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'Te lo dico da Nobel', riflessioni di un cittadino

Alcune considerazioni sulla presentazione del libro di Antonio Razzi tenutasi a Cupello

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Venerdì 13 maggio c’è stata la presentazione del libro “Te lo dico da Nobel” di Antonio Razzi, ex Senatore della Repubblica Italiana, alla presenza di Orazio Di Stefano (Presidente ANS Abruzzo) Filippo Sammartino (relatore), Giuseppe Tagliente (Presidente Emerito del Consiglio Regionale Abruzzo), Gianluca Castaldi (Senatore della Repubblica).

In un paio di ore si è spaziato tra argomenti politici dagli anni ’60, periodo in cui Razzi partì per far fortuna in Svizzera (ed effettivamente ci è riuscito), passando per il 2006, epoca saliente per il suo impegno politico all’interno del partito L’Italia dei Valori, un amore terminato nel 2013 con il passaggio a Forza Italia, fino ad arrivare a proiezioni future del paesaggio politico italiano sulle orme di quelle lasciate dagli ex senatori.

Ci siamo trovati dinnanzi un uomo tutt’altro che spento dai suoi 74 anni, che se vogliamo dirla tutta  ad oggi non si è considerati neanche troppo vecchi, ma piuttosto abbiamo trovato un campione di comunicazione. Difatti nel ripercorrere il suo cammino di vita sia lui, che i commensali, hanno sottolineato le sue doti comunicative che a quanto pare hanno portato a stringere le mani tra l’America con la Corea, da sempre non proprio in buoni rapporti. Il suo modo spontaneo, la sua convivialità, fa simpatia e permette un ambiente accogliente nelle situazioni più svariate. Tant’è che negli ultimi anni è sbarcato sui più svariati social network e programmi tv rendendolo una star di simpatia tra i più giovani. Inoltre il Senatore ha sottolineato quanto sia importante fare della buona propaganda all’Abruzzo che potrebbe vivere esclusivamente di turismo, essendo lui stesso conterraneo di Giuliano Teatino piccolo comune della provincia di Chieti, e quindi attivare un tipo di comunicazione favorevole a sviluppare le peculiarità paesaggistiche e gastronomiche della nostra Regione. A questo aggiunge l’importanza del dialetto, valorizzato a suo dire, solo in limitate regioni d’Italia come la Puglia e la Campania.

Razzi ha regalato alla platea un paio di ore di riflessione e spensieratezza,  e questo ci basta, le considerazioni di natura politica le lasciamo agli altri.

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