Era fenomeno abbastanza diffuso dal dopoguerra, soprattutto nei piccoli centri del centro-sud d’Italia, l’affermarsi di un piccolo ‘gruppo dirigente’ che portava avanti la gestione dalla res publica.
Mentre tale consuetudine molti anni fa era necessaria perché, oltre al medico e a poche altre figure, nessuno aveva le competenze necessarie per amministrare un Comune, oggi questa modalità di conduzione ha perso consistenza, grazie al maggiore grado di istruzione e alla maggiore possibilità di confronto e di comunicazione con altre comuni.
Ci sono tuttavia alcune comunità che, malgrado abbiano al loro interno molte persone preparate e competenti, con una buona formazione e tanta esperienza maturata con il proprio lavoro, ben superiore a quella dei suoi amministratori, resistono o meglio conservano questi caratteri di moderna Feudalità . Nell’entroterra Vastese un esempio mirabile è rappresentato dal Comune di Fresagrandinaria, dove il tempo non solo sembra essersi fermato ad un imprecisato periodo intorno all’anno 1000, ma addirittura pare che le lancette vogliano tornare ulteriormente indietro.
Per scongiurare questa ipotesi, insieme ad altri ‘figli’ di quella terra, abbiamo deciso di fermare questa regressione e riportare il Comune ai giorni nostri.
I più impulsivi andranno delusi, nel senso che non sarà sferrato nessun attacco all’amministrazione uscente, ma semplicemente esposta la situazione per quella che è. Il Comune difatti è diretto dal medesimo reggente, prima come sindaco, poi come vice, ora di nuovo come candidato sindaco, con una interruzione di 5 anni tra il ‘90 e il ’95, ormai dal 12 maggio del 1985.
Si potrebbe giustificare una tale condizione se Fresa fosse deficitaria di persone capaci e quindi il ricambio consegnerebbe il paese in mano a degli incompetenti. La realtà però dice che Fresa sforna laureati a gettito continuo: su una popolazione modesta, le persone laureate (non ragazzi, perché ci sono laureati anche ultraquarantenni), residenti e non, sono oltre il centinaio.
Il sentimento che si è risvegliato nella maggior parte di quei ‘cervelli’ nati a Fresa, residenti, emigrati più o meno temporaneamente, è stato innanzitutto di orgoglio: si è presa coscienza che il paese non può continuare su questa strada perché si impoveriscono innanzitutto le capacità di proporre, ideare, costruire una comunità migliore. Le più buone energie messe da parte perché impossibilitate ad offrire il meglio di se stesse.
Risulta infatti, senza entrare nel merito delle singole questioni, improponibile a qualsiasi mente aperta, propositiva e piena di spirito di iniziativa, collaborare con l’attuale giunta.
A parte i numerosi e criticabili aspetti decisionali di questi ultimi 24 anni, vi è un vizio d’origine che frena ogni possibile dialogo rappresentato proprio dalla mancanza di alternanza.
La riflessione che frena un po’ tutte le persone di buon senso e giudiziose è: ma perché dopo 24 anni non si fa da parte e non ha costruito un gruppo sostitutivo di persone? Ciò che difatti provoca maggiore dispiacere a tanti come me che vivono lontano, o comunque non nel paese, è il lento inesorabile degrado che Fresa subisce.
Era rattristante ensare che molti di noi, tra i 25 e i 45 anni, spesso laureati e/o padroni di notevoli professionalità , danno il meglio di se stessi in tante altre comunità , anche molto grandi, e non si possono prestare a dare una mano affinché il loro paese natio possa evolvere verso una migliore gestione del Comune, della comunità e del tessuto sociale che la permea.
Da una parte c’è un determinato modo di intendere e gestire e non sto qui a spiegare perché è sotto i vostri occhi da 24 anni. Dall’altra abbiamo cercato di costruire un’alternativa che si avvale del vissuto quotidiano di una donna che, per la professione esercitata, ha contatti con tutte le fasce sociali, ascoltando i problemi e le aspettative della gente, supportata da persone in primo luogo integre, dalla reputazione cristallina, ed in secondo luogo preparate e volenterose di restituire Fresa a tutti i fresani, di fare il bene di tutta la comunità .
La costruzione di una lista alternativa valida e pregevole come insieme. La composizione è stata meditata al fine di presentare al paese un’alternativa ottima, eccellente, con l’idea di preparare nuove persone per le amministrazioni future, proprio perché tutti insieme abbiamo una visione di servizio per la comunità , non di comunità al nostro servizio. Il fatto che siano persone competenti e capaci ha l’intento proprio di mandare questo messaggio: tra 5 anni saranno in tanti ad avere l’esperienza necessaria per amministrare perché voi fresani gli avrete dato la possibilità di formarsi nel laboratorio comunale. Rimettiamo il potere nelle mani del popolo: per fare questo però è necessario dare la possibilità , a chi sta costruendo una scelta diversa, di mettere in pratica quanto può fare e tutto ciò dipenderà dalla scelta che i fresani faranno in cabina elettorale.
Chiudo con un ultimo messaggio, rivolto a chi, a vario titolo o perché dipendente del comune o perché collaboratore occasionale, si sente come dire 'preoccupato' da un cambio di giunta: a tutto stiamo pensando tranne che a dispetti e roba simile, proprio per il modo che abbiamo di intendere il rapporto tra le persone.
Ma tutti i cittadini di Fresa, ad iniziare da dipendenti comunali e simili, possono stare tranquilli. Invito anzi tutti i fresani a valutare meglio l'idea di cambiare.
Si vuole cogliere questa occasione per dare e creare maggiori opportunità a tutti: cittadini, commercianti, artigiani, imprenditori, utilizzando i canali a disposizione di chi tanto si è impegnato per costruire un’alternativa.
L’esposizione mia e di altri amici vuole essere anche il segnale che Fresa la vogliamo cambiare davvero, ma in meglio, vogliamo insomma l’alba di un nuovo Risorgimento.
Carlino Di Biase
Fresano eletto consigliere circoscrizionale del comune di Milano