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L'entroterra muore e i politici non se ne accorgono. La lettera di un cittadino

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TUFILLO – “Ora o mai più” è l’accorato appello che arriva da Angelo Caruso, cittadino di Tufillo, una riflessione sulla situazione dell'entroterra alla vigilia del voto ormai imminente. “Il clima elettorale di questi giorni mi offre l’occasione per ribadire alcuni concetti che giro a tutti i candidati, affinché diventi motivo di discussione e di dibattito. E’ di questi giorni la notizia del probabile spostamento della guardia medica da Palmoli a Gissi e della riduzione del servizio di condotta medica, a seguito di pensionamento. Aumentano sempre più i disagi, senza che nessuno se ne faccia carico veramente. Sono passati tanti anni, troppi, ma per un vero rilancio delle zone interne nessuno si è mai degnato di affrontare una politica di programmazione e riequilibrio territoriale del Medio ed Alto Vastese. Non vi è amministrazione locale, regionale o provinciale che non abbia le sue responsabilità”. Tra le priorità del momento per il comprensorio interno del Vastese Caruso indica: l’unione dei comuni e degli enti di ambito, i trasporti e la viabilità, la scuola ed edilizia scolastica, l’assistenza sociale e sanitaria, i servizi al cittadino. “La Regione e la Provincia dovevano intervenire in via legislativa, quasi in maniera coattiva, alla costituzione di enti di ambito o unione dei comuni, per l’accorpamento di servizi e di assistenza non più gestibili da un solo comune. Le amministrazioni dei comuni interessati, politicamente concordi fra di loro, non sono state capaci di creare le basi per la rinascita, mettendo da parte forme di campanilismo e calarsi nella realtà che è divenuta una vera e propria emergenza. Stiamo morendo lentamente, ma la cosa peggiore e che tutti sono coscienti di quello che sta avvenendo. C’e’ un immobilismo sprezzante, si continua a pensare al proprio orticello e alle proprie esigenze e non ad affrontare argomenti, talvolta impopolari, che non portano “pane a casa”. Argomenti che avrebbero contribuito all’avvio di una stagione nuova fatta di pianificazione e programmazione. Una seria politica di viabilità, di trasporti, edilizia scolastica, servizi scolastici, assistenza sociale e sanitaria, servizi al cittadino. Siamo oramai stufi nel ripetere le stesse cose, non è possibile che nessuno dia voce alle nostre esigenze, di persone che non vogliono abbandonare il territorio dove comunque hanno investito i propri capitali e da dove con molti sacrifici ogni giorno vedono morire le aspettative e la speranza di una svolta. Si svolta, perché di quella c’è bisogno, per non parlare di una vera e propria rivoluzione, intesa come riorganizzazione generale dei servizi. Da più parti si sente una maggior presa di posizione, vogliamo organizzarci e rendere sempre più forte il nostro grido di “dolore”, con la costituzione di un comitato che possa impegnarsi da subito a mantenere vivo dentro ognuno di noi il desiderio di rinascita dei nostri territori, interessando in maniera pressante la politica ed i politici di turno nel cominciare a dare dei segnali nuovi, di svolta e di speranza molto più efficaci, rispetto al passato”.
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