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D'Amico sul problema cinghiali: "Il PdL dica cosa intende fare"

redazione
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Caccia e politica, a dare fuoco alle polveri è Camillo D'Amico, nella duplice veste di consigliere provinciale di opposizione e di presidente della Copagri. "Durante l'intera campagna elettorale per le scorse provinciali, unitamente all'ex assessore alla caccia e pesca Tamburrino, sono stato oggetto di un sistematico e strumentale attacco, di natura spesso personale, dalle associazioni venatorie e, ovviamente, dai concorrenti rappresentati i partiti di centrodestra che non hanno lesinato anche di rafforzare la loro azione denigratoria con l'immancabile passerella del presidente di Regione, assessori e consiglieri di più varia specie. Al di là del cavalcare le ragioni dei protestatari si sono però ben guardati dal formulare risposte di merito rispetto alle problematiche poste in cantiere ossia: il nuovo piano faunistico provinciale ed il come drenare l'alto numero di cinghiali presenti sul territorio. A tal riguardo è necessario che lor signori, ora che sono classe di governo, si affrettassero a formulare proposte e risposte concrete perché, al di l… degli interessi pur legittimi di chi esercita una passione sportiva, debbono dare certezza sugli altrui diritti ed a tutto l'altro universo mondo. Noi per il piano faunistico, di cui è in corso una profonda rivisitazione, abbiamo dato il compito ad un istituto terzo ed autorevole quale il Mario Negri Sud® di Santa Maria Imbaro; costerà molto meno del tecnico allora incaricato dal centrodestra e con meno vincoli di durata; ovviamente aspettiamo un percorso di modifica veloce, condiviso e partecipato. Per il problema cinghiali, dopo quattro anni di discussioni infinite, durante i quali i danni si sono consolidati, visto che non sono mai emerse proposte concrete da parte delle associazioni venatorie, abbiamo adottato un regolamento, per il quale è previsto la revisione tra un anno. I gruppi di centrodestra, pur condividendo l'intero contenuto del regolamento, al momento del voto hanno obbedito ai sentimenti piuttosto che alla ragione non partecipando al voto in Consiglio. Ebbene - chiude D'Amico - è ora che costoro buttino la maschera e dicano in concreto cosa intendono fare. Inoltre stordisce il silenzio dei sindaci di Furci, Argentieri, ora anche consigliere provinciale, e di Gissi, Marisi, che sino a qualche tempo fa addebitavano alla provincia di Chieti l'incapacità ad agire per contenere l'lato numero di cinghiali ma, da quando il centrodestra ha vinto alla regione, tacciono. Forse il problema d'incanto si è risolto? A me non pare stando alle quotidiane denunce di danni che pervengono dagli agricoltori".
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