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Cupello - Convegno "Abruzzo, quale futuro?", polemiche e tensione

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Serata movimentata per gli esponenti del centrodestra presenti al dibattito di ieri a Cupello. Ieri, in una sala consiliare riempita in ogni ordine di posto da persone accorse da tutto l'Abruzzo si è tenuto il convegno “Abruzzo, quale futuro?”, ospiti della manifestazione Giovanni Chiodi (presidente della Regione), Enrico Di Giuseppantonio (presidente della Provincia, l’on. Remo Gaspari, Calogero Marrollo (pres. Confindustria Abruzzo), Matteo Paradiso (ing. ambientale) e Silvio Bellano (pres. C.V.D.C.). Senza nessun rappresentante istituzionale locale a fare gli onori di casa, il dibattito è iniziato con un’interessante excursus sulle energie rinnovabili; l’intervento del giovane ingegnere Paradiso ha illustrato in particolar modo i vantaggi del fotovoltaico e gli ingenti finanziamenti statali previsti per la loro installazione. A prendere la parola subito dopo è Giovanni Chiodi accolto da un timido applauso indice già dell’atmosfera tesa. L’intervento di Chiodi, illustra la situazione economica disastrata della regione (che la mettono al primo posto delle regioni indebitate) legandola più volte con due date: quella, troppo vicina a suo dire, dell’insediamento del nuovo consiglio regionale e l’altra. tragica, del terremoto. Due motivi per chi contesta il poco fatto finora. E due date che dovranno far capire anche la necessità di future decisioni impopolari. È qui che ci sono i primi segni di discontinuità tra i primi due interventi: le energie alternative e relativi contributi a privati e aziende in tal senso non vengono più citati. A conclusione dell’intervento c’è la domanda della dott.ssa Maria Rita D’Orsogna della California State University at Northridge riguardo la conferma da parte del Governo italiano delle concessioni minerarie su gran parte del territorio abruzzese, mentre due esponenti di Emergenza ambiente dispiegano la mappa della regione con tali concessioni in evidenza tra numerosi applausi. La risposta di Chiodi, abbastanza infastidito da alzare la voce, è che, come per il Centro Oli di Ortona, si tratta di un problema alimentato dalla stampa e da alcuni gruppi ambientalisti, nonostante lui abbia ripetuto più volte durante e dopo la campagna elettorale che non si farà nulla in tal senso. Una risposta che registra l’immediato tentativo di smentita da parte di altri attivisti documenti alla mano; è a questo punto che i toni si alzano irrimediabilmente con la parola loro negata e gli organizzatori che li accusano di maleducazione tanto da chiamare carabinieri e vigili urbani. A fatica si tenta di riprendere il controllo della situazione con Di Giuseppantonio che si rassegna a qualche saluto per poi lasciare la parola a Remo Gaspari. Con il suo intervento l’atmosfera non cambia anche perché si tratta di un semplice ripercorrere la sua storia politica che fece grande l’Abruzzo con dichiarazioni spesso contrarie a quanto detto in precedenza; i rimpianti e la necessità del nucleare che cozzano con le aperture agli impianti alternativi del primo intervento e la mole di infrastrutture della sua gestione (mentre Chiodi ha parlato dei 38 ospedali abruzzesi che gravano pesantemente sulle casse regionali, ospedali di certo non costruiti qualche anno fa). Una delle vie d’uscita, secondo Gaspari, è lo stop alle raccomandazioni, dichiarazione che ha suscitato più di un mugugno in sala. Ma a dar più fastidio al pubblico è il tono con il quale si è rivolto a chi chiedeva ripetutamente la parola; un continuo etichettare chi ha protestato con epiteti vari, da “comunisti” a “gentarell”, passando per “fannulloni” e “ha fatto bene Veltroni a cacciarvi da tutte le parti, regione e provincia”. Tutto ciò, urlato in un comune nel quale, soprattutto alle amministrative, durante le ultime elezioni il centrodestra ha registrato i minimi storici, non ha fatto altro che scaldare ulteriormente gli animi. Forse è stato proprio questo a far si che il convegno si chiudesse senza contenuti espressi, tra polemiche, slogan elettorali, ricordi del passato e incertezze sul futuro. Un convegno difficile da collocare data la pochezza d’informazioni circolate nei giorni precedenti e l’eccessiva incongruenza fra un intervento e l’altro. Se c’è qualcosa da salvare è l’approfondimento sul fotovoltaico, purtroppo relegato ai soli venti minuti iniziali.
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