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CRISI NEL COMPARTO VITIVINICOLO: LA PREOCCUPAZIONE DELLA COPAGRI DI CHIETI

redazione
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"La campagna di raccolta dell’uva è iniziata da tempo ma i prezzi di mercato del prodotto raccolto è decisamente basso e si stanno ulteriormente prosciugando i già flebili ed inconsistenti bilanci aziendali dei produttori agricoli". Inizia così un lungo ed articolato intervento della Copagri di Chieti relativo allo stato attuale del comparto vitivinicolo nel territorio. "La situazione - si legge ancora -è ai limiti della sopportabilità perché non è accettabile più tollerare il principio generale che i costi di produzione superino abbondantemente i ricavi, che i prezzi di mercato spuntati dai produttori siano calati mediamente del 20–25%, e, parallelamente, quelli al dettaglio siano aumentati anche del 500%, che si siano trovate risorse finanziarie per incentivare l’acquisto persino delle biciclette e, per l’agricoltura, solo fiumi di parole e promesse evanescenti. La produzione vitivinicola provinciale è al collasso con prezzi che, per il Montepulciano doc, arrivano massimo intorno ai 22–25 € quintale mentre per l’uva da vinificazione comune tra i 16–18 €; tutto ciò dopo i deludenti risultati del raccolto agostano dello Chardonnay ove al massimo si sono spuntati 18 € a quintale. Al calo medio produttivo - spiegano ancora i vertici della Copagri - di circa il 30% dovuto all’attacco fungino della peronospora, causato essenzialmente dalla piovosa primavera, si aggiunge lo scenario di ricavi bassi ed inconsistenti. L’effetto abbandono produttivo non è più una seria minaccia ma una cruda realtà concreta con la quale già viviamo alla luce di centinaia e centinaia di produttori vitivinicoli che, in questi giorni, si stanno recando presso le sedi delle organizzazioni agricole per avanzare la domanda di espianto definitivo delle superfici vitate e prenderne il relativo premio comunitario; questa situazione, che fa il paio con quanto già accaduto lo scorso anno, genererà un danno incalcolabile alla plv del settore ed a tutti i discorsi di promozione e valorizzazione del prodotto per il semplice fatto che, la materia prima, verrà seriamente a mancare se non si corre presto ed incisivamente ai riapri. Al prodotto invenduto ancora depositato nelle cantine sociali, alla scarsa remunerazione queste danno per l’ancora non pagato raccolto del 2008 si è anche aggiunto il fatto che, taluni produttori, si sono visti negare anche gli acconti perché destinatari di cartelle esattoriali non pagate e, il credito vantato, è andato a scomputo dei debiti ivi contestati e certificati. Una situazione difficilissima ed ai limiti del collasso. E’ necessario che intervenga nell’immediato la regione finalizzando risorse finanziarie tese a ricreare liquidità alle aziende agricole per garantirne il sacrosanto diritto alla soparavvivenza attraverso un accordo con il sistema bancario e creditizio, richiedere lo stato di calamità o di crisi di mercato e destinare i fondi del psr per la costruzione di consorzi di cantine sociali onde concentrare il prodotto, redarre un unico disciplinare di produzione accompagnato da un altrettanto logo d’indentificazione regionale magari con menzione di zona produttiva, strutturare una sola centrale d’imbottigliamento; tutto ciò per fare in concreto un unitario discorso d’interesse dell’intera filiera produttiva. La Copagri, oltre che lanciare questo preoccupato allarme, si adopererà per promuovere un attivo, partecipato ed unitario tavolo di concertazione presso la regione Abruzzo affinchè dalle parole si possa passare ai fatti".
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