Tra una settimana saranno esattamente cinque mesi dalla drammatica esplosione nello stabilimento a Casalbordino della Esplodenti Sabino in cui morirono tre operai. Per una tragica coincidenza del calendario il giorno successivo era fissato l’inizio dell’udienza preliminare presso il Tribunale di Vasto per la precedente esplosione del dicembre 2020, in cui morirono anche allora tre operai.
Riconversione è una delle parole che più si diffusero nei giorni e nelle settimane successive, ne parlò anche il vescovo Mons. Bruno Forte in occasione del funerale di uno dei tre operai e varie volte l’amministrazione comunale di Casalbordino. Una prospettiva che potrebbe concretizzarsi con la realizzazione di uno stabilimento per produzioni meno pericolose nella zona industriale di Pollutri. Un tavolo tecnico è stato istituito presso il Ministero della Difesa, a seguito dell’interessamento e dell’attività dell’Amministrazione Comunale di Casalbordino, della Regione Abruzzo e del senatore Sigismondi, che si riunirà per la prima volta domani. È già previsto un secondo incontro a cui dovrebbe partecipare anche il ministro della Difesa Guido Crosetto.
Nei giorni scorsi al termine di un incontro tra la società e alcuni rappresentanti di Confindustria e dei sindacati confederali è emersa la circostanza che, mentre la società di Lanciano sta portando avanti il progetto di nuova produzione a Pollutri, una multinazionale estera si sarebbe proposta per l’acquisto dello stabilimento a Casalbordino.