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DA ORTONA A VASTO E FINO ALLE ISOLE TREMITI: PETROLIERI ALLA 'CONQUISTA' DEL MARE ADRIATICO

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Che c'azzeccano piattaforme e trivelle con la natura, ancora incontaminata, delle Isole Tremiti? E' al tempo stesso amareggiato e preoccupato il sindaco delle Isole Tremiti, Giuseppe Calabrese, alla luce delle ultime notizie che si rifanno a fonti del Ministero dell'Ambiente relative al via libera concesso dallo stesso dicastero per le ricerche petrolifere da compiere nei fondali dello specchio acqueo vicino allo splendido arcipelago. Tra i siti individuati dal Governo, infatti, ci sono anche le Diomedee e questo, immediatamente, ha fatto storcere il naso a molti, in prima battuta per i rischi di ricadute negative sul locale comparto turistico, forza trainante nel posto. Il sindaco Calabrese annuncia battaglia ed al suo fianco ci sono i residenti, parte dei quali non ha esitato a dichiarare: "Siamo un centro balneare, il petrolio non c'entra nulla con noi". Va giù duro, poi, il primo cittadino: "Facciamo tanto per preservare, difendere la nostra natura, rendere il mare sempre più pulito e poi autorizzano ricerche petrolifere sui fondali. Ma stiamo scherzando? Allora deduco che non si è capito nulla. Possibile? Confido nel ministro Stefania Prestigiacomo - continua Giuseppe Calabrese - e sono sicuro che sarà attenta a quelle che saranno le richieste delle Isole Tremiti. Se questo non dovesse avvenire sicuramente ci saranno azioni contrarie, oserei dire di vera e propria resistenza a proposte che io giudico scellerate per la loro nefandezza ambientale". Difesa a spada tratta del territorio, delle bellezze paesaggistiche e di un 'tesoro' ambientale che ha consentito, non a torto, di etichettare come 'perle dell'Adriatico' le magnifiche isole. Ecco, in sintesi, il senso della mobilitazione, con i 'motori' appena alla fase di riscaldamento, del sindaco e della sua comunità. Nessuno, insomma, vuole che si metta a repentaglio la fondamentale risorsa turistica per la patria di Diomede. Il 'no' al petrolio è un grido compatto e va a far eco a quello, non da oggi, urlato anche nel nostro Abruzzo. Pure in questo caso ulteriori trivelle, piattaforme e perforazioni, peraltro in aggiunta a quelle già esistenti, potrebbero arrivare ad invadere una significativa parte del mare Adriatico. E, sempre dall'Abruzzo, c'è anche chi suggerisce una sorta di 'gemellaggio antitrivelle'. Se l'unione fa la forza, in pratica, è bene provarci anche in questo caso. Un impegno ed un fronte compatto e comune per "contrastare un disegno di deriva petrolifera" che non può, secondo ambientalisti e molti cittadini, essere confacente con le risorse naturali e turistiche che questo territorio, globalmente considerato, è in grado di esprimere ed anche di sviluppare. Un 'pre allarme', dunque, che si estende dal basso Abruzzo (e da Vasto in particolare dove ipotesi di piattaforme sono previste al largo della riserva naturale marina di Punta Aderci) alle Isole Tremiti. In mezzo c'è il Basso Molise e quindi Montenero, Petacciato e Termoli e qui, invece, ad essere contestato c'è il parco eolico. Ma questa è un'altra storia...
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