Ha perso tre dita della mano destra per via dello scoppio di un petardo nell'ultima notte dell'anno e adesso si ricoverato, in stato di shock, all'ospedale "San Pio da Pietrelcina" di Vasto.
A.S., 50 anni di Monteodorisio, era in compagnia di alcuni familiari e, in particolare, nel momento dello scoppio, vicino ad un nipote di 28 anni, D.L., che ha riportato un trauma acustico ed altre lievi ferite giudicate guaribili in 20 giorni dai sanitari del presidio vastese. E' stato questo l'episodio più grave accaduto nel territorio per i botti di San Silvestro.
Erano le 20.30 quando i due uomini, prima del rituale e tradizionale cenone in una villa di Monteodorisio, si sono appartati sul balcone per far esplodere un petardo artigianale, della lunghezza di 15 centimetri e con una miccia di 10 centimetri. Il cinquantenne ha dato fuoco, ma questo gli è subito scoppiato in mano, prima di poter essere lanciano e gli ha provocato la grave ferita alla mano destra. Altri familiari hanno poi accompagnato zio e nipote al "San Pio", mentre la Polizia di Stato di Vasto, coordinata dal sostituto commissario Matteo Marzella, avviava le indagini per risalire al venditore del petardo e per accertare che non ce ne siano altri di questo rischioso tipo in circolazione. La miccia è risultata a rapida combustione e così non doveva essere. Quanto accaduto è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Vasto.
Pesante il referto dei medici: A.D., con una prognosi di 40 giorni, ha riportato lo "sfracellamento traumatico della mano destra perdendo tre dita, escoriazioni multiple da scoppio che hanno interessato l'angolo cavitale dell'occhio destro, lesioni traumatiche cranio-toraco-addominali e ustioni diffuse". Il nipote ha riportato "ferite lacerocontuse al padiglione auricolare sinistro, escoriazioni all'addome, all'avambraccio destro e al naso e un trauma acustico".