La grande domanda che abita il cuore di tutti in questo tempo difficile, segnato in tante parti del mondo da guerra e violenza, è quella della pace. Che significa la Pasqua, cuore della fede cristiana, in rapporto a questa domanda? Che cosa vuol dire costruire la pace alla luce della morte e resurrezione di Cristo, Figlio eterno che si è fatto uno di noi per dare luce e forza alla nostra quotidiana fatica di vivere? Se il cristianesimo è la religione del Dio vivente che entra nella storia, Pasqua non può non riguardarci da vicino, proprio nelle nostre necessità più urgenti e profonde: il Figlio ha fatto sua la morte e ha dato a noi la vita non in astratto, ma per ognuno e per tutti, segnati come siamo dalle sfide del tempo. Si comprende, allora, come la speranza, che l’annuncio della Pasqua propone, non sia estranea al dolore del tempo, vada anzi incontro alla debolezza e alla fragilità della famiglia umana e di ciascuno, precisamente come esse oggi si affacciano nel nostro bisogno di pace.
La speranza cui la Pasqua ci invita a partire dalla resurrezione di Cristo va, però, accolta e realizzata insieme: come Dio si è fatto solidale con noi fino all’abisso del dolore e della morte per darci la gioia della vita vittoriosa, così è nella solidarietà con Lui e con gli altri che il futuro si potrà realizzare come crescita della pace per tutti. A credenti e non credenti la passione, morte e resurrezione di Gesù dicono che il “nuovo”, desiderato e atteso, potrà venire solo dall’umile invocazione a Dio e da patti di pace, che esprimano convergenze di impegno per il bene comune: e questo si realizzerà dove ci sia la disponibilità a rinunciare a calcoli egoistici in vista di un bene collettivo, che sia garanzia per tutti di una nuova qualità della vita. L’obbedienza alla Parola di Dio, l’invocazione a Lui rivolta, la sobrietà degli stili di comportamento, la condivisione con chi ha bisogno, la partecipazione responsabile di tutti, sono l’atro nome della pace nella vita personale, come in quella sociale e politica.
Camminare insieme da testimoni di speranza, come ci invita a fare Papa Francesco col tema del Giubileo in corso, è allora il progetto a cui aprirci e su cui scommettere ed è il modo concreto di sperimentare la Pasqua come sorgente di vita nuova con tutti, per tutti. È a questa preghiera e a questo impegno umile e convinto per la pace che siamo invitati, guardando alla nostra Italia, ai popoli in conflitto, al mondo intero e, in particolare, a ciascuno di quanti Dio ha affidato al nostro cuore. Ci soccorra e ci accompagni Cristo che – come dice l’Apostolo – è in persona “la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne” (Ef 2,14), e proprio così dandoci la luce e la forza necessari per essere a nostra volta operatori di pace.
+Bruno Forte
