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Disciplinare sul cinghiale sospeso, D'Amico interroga Staniscia in Consiglio provinciale

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CUPELLO - La stagione venatoria è appena terminata, ma le polemiche continuano ad animare il dibattito tra politici e addetti ai lavori. E' il capogruppo del Pd in Consiglio provinciale e presidente della Copagri, Camillo D'Amico, che presenta, in vista della seduta di mercoledì prossimo, una 'raffica' di interrogazioni in materia di caccia. L'attuale maggioranza di centrodestra, subito dopo l'insediamento, ha praticamente 'congelato' il regolamento per il prelievo e il contenimento della specie cinghiale approvato pochi mesi prima dalla precedente amministrazione. Proprio di questa decisione chiede conto D'Amico, rivolgendosi al presidente della commissione agricoltura della Provincia, Giovanni Staniscia. "Le giustificazioni furono due: la non possibile applicazione del disciplinare nella parte relativa alle 'zone' e la mancata corrispondenza con il vigente Piano faunistico. - spiega il capogruppo del Pd - Nonostante le nostre rimostranze l'atto fu comunque approvato, con un impegno preciso, che entro un mese, la relativa commissione consiliare, sarebbe stata investita di una modifica al regolamento congelato. Da allora sino ad oggi nulla. Sempre in riferimento alla questione cinghiale Š accaduto che, la Regione Abruzzo, ha posticipato la chiusura della caccia di alcune settimane. Sorge un legittimo quesito: i rappresentanti delle associazioni venatorie e degli Atc, che in occasione di una simile decisione assunta nel 2008 dal precedente governo di centrosinistra ebbero a gridare allo scandalo, al tentativo di "eradicare la specie", all'invito alla "disobbedienza civile", in questa circostanza hanno taciuto. Vorrei conoscere l'opinione del presidente Staniscia". Il consigliere provinciale incalza passando ad un altro argomento delicato, l'indice di densità venatoria che oggi, in deroga alla legge quadro 157/92, che fissa il rapporto in un cacciatore ogni 19,01 Ha, è di uno ogni 15 Ha di area cacciabile. Le ragioni della deroga sono state, spiega D'Amico, "la mancanza di reciprocità con le regioni limitrofe", in particolare il Molise, "circa la possibilità di accettare, vicendevolmente, cacciatori; la sensibile diminuzione delle aree cacciabili (anche a causa degli incendi, ndr); la sensibile diminuzione delle specie selvatiche". Il consigliere D'Amico chiede al presidente Staniscia se l'amministrazione provinciale voglia modificare, come sembra, l'indice di densità venatoria. Mercoledì le risposte.
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