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Il PD Abruzzese per la green economy

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Il Partito Democratico Abruzzese si mobilita per dire un secco “no” al nucleare, schierandosi a favore dello sviluppo delle energie rinnovabili per un Abruzzo realmente “regione verde d’Europa”. Un altro modo per contrastare le scelte regionali della maggioranza che sembra prospettare un futuro della regione piuttosto “nero”. L’iniziativa, promossa in tutta Italia dagli Ecologisti Democratici, è stata raccolta e presentata ieri alla sede del PD di Pescara da Silvio PAOLUCCI, Segretario Abruzzo, Franco CARAMANICO, Consigliere regionale, Claudio RUFFINI, Consigliere regionale, Marinella SCLOCCO, Consigliere regionale, Pierino DI PIETRO, Resp. Regionale Ambiente Ecologisti Democratici. “L’Abruzzo deve puntare sul piano energetico varato dalla precedente giunta regionale, intervenendo in primis sul blocco del nucleare” dice il segretario del PD Paolucci. L’intento di questa iniziativa è quello di puntare a valorizzare la regione sfruttando le risorse naturali che esso possiede, scegliendo tecnologie compatibili con l’ambiente: centrali a biomasse, eolico, impianti fotovoltaici… partendo da un programma di ricerca che vede coinvolti le università, gli enti locali e le amministrazioni insieme alle imprese e alle aziende. Il PD, dunque, si schiera dalla parte dell’economia verde opponendosi alle scelte dell’amministrazione regionale che potrebbe portare nella regione, tra le altre sciagure, una delle centrali nucleari previste dal governo Berlusconi. La lista dei siti individuati per le centrali pare che rimarrà segreta almeno fino alle elezioni della prossima settimana. La scelta del PD abruzzese è la strada giusta per recepire la direttiva europea 28/2009 che obbliga l’Italia, entro il 2020, a ridurre i consumi, ridurre le emissioni di CO2 e a coprire il 17% dei consumi finali con energie rinnovabili. Un percorso virtuoso, nel quale non c’è spazio per il nucleare. Gli scienziati, infatti, assicurano “Mentre i costi delle energie rinnovabili scenderanno certamente nei prossimi 10 anni, i costi del nucleare sono per loro natura non ben definiti e destinati ad aumentare, tanto che probabilmente la costruzione delle centrali, se mai inizierà, dovrà essere molto probabilmente sospesa perché fra dieci anni il nucleare non sarà più economicamente conveniente” . In paesi come la Germania, si sperimentano nuove tecnologie per il risparmio energetico domestico, per ridurre i consumi, con risultati immediati sull’economia e l’opportunità di offrire nuovi posti di lavoro. In Italia, invece, si discute di sviluppare, anzi, reintegrare (nonostante il referendum abrogativo del 1987) il settore nucleare alle stregua di paesi quali Russia, Cina, Vietnam, India e Turchia. Oggi il PD abruzzese ha preso un chiaro impegno che dovrà concretizzarsi nello sviluppo reale di una cultura e di una economia verde nonostante la volontà del governo nazionale di accentrare tutte le scelte in campo energetico.
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