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Una persona su quattro beve troppo. L'allarme della Asl nel Vastese

redazione
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Nel territorio della ex Asl Lanciano-Vasto si beve più che in ogni altra zona d’Abruzzo e una persona su quattro beve troppo. E’ quanto emerge dai dati del progetto PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), il programma sperimentale di sorveglianza epidemiologica nazionale finalizzato a monitorare a 360 gradi lo stato di salute della popolazione adulta in Italia. I dati relativi agli anni 2007-2008 evidenziano come il 26% degli intervistati nel territorio della ex Asl Lanciano-Vasto sia formato da bevitori a rischio, di questi il 13% può essere definito addirittura forte bevitore. Il 64% degli intervistati, poi, ha dichiarato di aver assunto alcool almeno una volta negli ultimo mese, a fronte di una media regionale del 53%, un dato che regala al territorio frentano il non invidiabile primato in Abruzzo. A destare preoccupazione sono i dati relativi al consumo giovanile: il 77,4% degli intervistati fra i 18 e i 34 anni dichiarano di aver bevuto almeno una volta nell’ultimo mese e il 18,4% può essere definito un consumatore “binge”, che ha bevuto, cioè, 6 o più “porzioni” di bevande alcoliche in una singola occasione nell’ultimo mese. I dati del progetto PASSI, coordinato a livello locale da Claudio Turchi, responsabile del Servizio Igiene e sanità pubblica per l’area Lanciano-Vasto, sottolineano come luoghi comuni relativi al consumo di alcool siano ormai definitivamente tramontati, in primo luogo quello che vuole il consumo eccessivo di bevande alcoliche connesso a un basso livello sociale e di istruzione. In realtà spesso è vero il contrario, in quanto la maggior parte dei consumatori di alcool ha un livello di scolarizzazione medio-alto, mentre fra i bevitori a rischio e “binge” sono in leggero vantaggio coloro che dichiarano di avere difficoltà economiche. Preoccupanti sono anche i dati relativi ad alcool e guida. Nel territorio della ex ASL Lanciano-Vasto il problema è piuttosto diffuso e circa un guidatore su cinque mantiene un comportamento a rischio per l’alcool, con coinvolgimento soprattutto delle classi d’età più giovani. Un elemento confortante, però, emerge, ed è legato alla condotta corretta degli operatori sanitari: il 14% degli intervistati dichiara di essere stato informato da uno di loro sui rischi connessi al consumo di alcol, un dato che è sicuramente il più alto a livello regionale ma che certo non basta a frenare un fenomeno dalle proporzioni sempre più allarmanti.
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