Nella seduta del Consiglio provinciale di giovedì sono stati approvati due importanti regolamenti in materia di caccia: uno riguardante il contenimento della specie cinghiale e l’altro il rilascio dei tesserini per l’esercizio della passione venatoria ai rappresentanti delle forze dell’ordine e di polizia. Commenta, in maniera critica, le decisioni della maggioranza, il capogruppo del Pd in Provincia, Camillo D'Amico.
"Il regolamento sul cinghiale è una riproposizione di quello approvato nella scorsa legislatura a guida centrosinistra, salvo la parte relativa alla costituzione dei cosiddetti “distretti”, mentre per quello del rilascio dei tesserini venatori alle forze dell’ordine e di polizia si è passati da un regime di deroga motivata ad una vera e propria liberalizzazione senza alcun confine tra chi, per istituzione, è addetto al controllo e chi deve essere controllato. - spiega D'Amico -
Entrambi i regolamenti sono stati approvati con il solo voto favorevole della maggioranza di centrodestra. Dopo un anno la montagna ha partorito due bruttissimi topolini in materia di caccia la cui delega è in capo al consigliere Giovanni Staniscia, che continua imperterrito a considerare il comparto come cosa propria ed esclusiva eludendo qualsiasi momento di partecipazione e confronto di merito con i gruppi consiliari, associazioni venatorie ed Atc. Sul cinghiale hanno adottato il più ampio, articolato, partecipato e medesimo regolamento approvato dal centrosinistra, salvo la parte relativa alla sperimentale creazione dei “distretti” altrove già positivamente adottati mentre, per l’esercizio venatorio delle forze dell’ordine e di polizia, si liberalizza tutto senza più alcuna deroga motivata al divieto preesistente creando una confusione totale tra chi è addetto al controllo e chi dovrà essere controllato. Sarà stata così saldata la cambiale elettorale che il centrodestra doveva pagare al mondo venatorio per il sostegno elettorale avuto nelle regionali e provinciali? Perché, se così non fosse, tutta la restante parte dei cittadini amministrati, che attendono qualche pur timido e concreto segnale di attenzione ai loro problemi, dovranno attendere l’intera legislatura perché qualcosa accada? Tra questi anche l’intero comparto agricolo ed agroalimentare, di cui Staniscia presiede la specifica commissione consiliare, e mai ha trovato tempo per produrre idee e discussioni sui tanti problemi che attanagliano il settore perché, forse, il loro voto conta meno di quello degli amanti della dea Diana".