Il fatto incontestabile nella vicenda del riordino sanitario è quello della chiusura o del declassamento di diverse strutture ospedaliere nella provincia di Chieti, sbilanciato a sud e penalizzante per le aree interne lontane dai grandi centri metropolitani. Nell'alto e medio vastese si sono già registrati casi di ricoveri urgenti che hanno richiesto ben più dei 50 minuti citati dal Presidente Chiodi.
Mentre l'entroterra sta pagando ora una situazione sanitaria figlia di concepimenti sconsiderati bi-partisan vecchi di anni, la classe politica locale inizia a mostrare le prime divisioni sul fronte del NO alla chiusura delle strutture.
A Gissi, il 7 settembre, il PDL è sceso unito in conferenza stampa per rispondere al sit-in del PD andato in scena il giorno prima. A far gli onori di casa Nicola Marisi, sindaco di Gissi, gli ospiti: Fabrizio Di Stefano (senatore PDL), Mauro Febbo (assessore regionale), Antonio Prospero e Luigi De Fanis (consiglieri regionali), Tonino Marcello (consigliere regionale) e qualche sindaco della zona (tra cui Furci e San Buono).
Il tono generale della conferenza stampa è subito dettato dall'intervento del sindaco Marisi dal registro differente rispetto alle precedenti occasioni. Ricorda come coloro che oggi lo invitano alle dimissioni siano gli stessi comunisti che all'epoca non volevano l'apertura del nosocomio. Gli stessi che, in seguito, durante la giunta Del Turco cominciarono lo smantellamento dell'ospedale gissano partendo dal reparto di chirurgia, di livello internazionale potendo contare sulla presenza di Achille Gaspari (figlio dell'ex-ministro Remo, nda). Differenti anche le parole usate sul futuro della struttura, non più "chiusura", ma "conversione" per non avere più un ospedale senza servizi.
Le argomentazioni si somigliano e si confondono; la respinta delle colpe al centro-sinistra (e alla passata gestione della ASL) è l'elemento comune. Di una "grande RSA pubblica" al posto di un contenitore vuoto "ricordo di un tempo andato" parla Di Stefano, che si chiede quanti siano coloro che accetterebbero di essere ricoverati nell'ospedale di Gissi. E ammette anche qualche errore da parte del PDL: la mancata apertura di un tavolo di confronto con gli Enti e una scarsa campagna informativa.
De Fanis parla addirittura di un PD che sta aizzando le persone in età avanzata evocando lo spettro di un'assistenza sanitaria defunta. A chiudere l'incontro è Tonino Marcello che si lascia andare in dissertazioni su periodi lontani durante i quali c'era un auto per famiglia: oggi la stessa famiglia ne ha a disposizione cinque, la mobilità è migliorata e raggiungere le strutture di Vasto, di Lanciano o di Chieti non è più difficile. Ospedali come quello di Gissi, conclude, sono nati per venire incontro alla scarsa mobilità e, ormai, hanno una funzione socio-economica anziché socio-sanitaria.
Di tutt'altro avviso, però, l'onnipresente Remo Gaspari, principale artefice della nascita del nosocomio: dopo aver ripercorso le tappe storiche della struttura, ha analizzato il piano di riordino sanitario definendolo "molto fantasioso". Un progetto che nelle idee di Venturoni (assessore regionale alla sanità , nda) porterà gloria e fama alla giunta PDL, ma che, in realtà , rischia di causare la desertificazione del medio e alto vastese. La chirurgia chiuse nel 2006, rispondendo al sindaco Marisi, perché la domanda della zona era diversa: il territorio ha una fortissima presenza di anziani e, per questo, il reparto di geriatria ha raggiunto nel tempo livelli qualitativi alti.
L'ex-ministro, concludendo il suo lungo intervento, bacchetta aspramente la giunta regionale e quella provinciale affinché ci sia un ripensamento del riordino e per una maggiore attenzione per un'area abbandonata a se stessa. Ci sono strade, per richiamare la mobilità citata da Marcello, che sono nelle stesse condizioni di 50 anni fa, ovvero quando furono costruite. Sanità , viabilità , istruzione e servizi che hanno portato la popolazione del medio e alto vastese da 50.000 a 18.000 unità .
Come nelle parole di Di Stefano, la comunicazione riguardo il riordino è stata latente e Gissi ha rappresentato il primo appuntamento di una campagna informativa a tappeto su tutto il territorio. La primissima impressione, però, è che questa sia condotta senza contenuti e all'insegna dello scaricabarile.