In tanti si sono ritrovati ieri pomeriggio nella chiesa di San Nicola a San Salvo per l'ultimo saluto a Lucio Strever, strappato all'affetto dei suoi cari a 43 anni di età per malattia.
Il mesto suono delle campane ha annunciato l'arrivo del corteo funebre. La salma è stata portata a spalla dai colleghi di lavoro. All'interno del sacro tempio, nell'omelia del rito funebre, il parroco don Domenico Campitelli ha ricordato la figura di un giovane padre, marito e figlio. Troppo piccola la chiesa di San Nicola per contenere le tante persone intervenute.
"Ci piace ricordarlo con una frase di Sant'Agostino - dice un amico vastese - e immaginare Lucio che si rivolge a ciascuno di noi dicendoci: 'La morte non è niente. Sono solamente passato dall'altra parte:è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora. Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Ritroverai il mio cuore. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace".