VASTO - Nel corso dell'ultima seduta della Conferenza Episcopale di Abruzzo e Molise, tenuta la settimana scorsa, i vescovi delle due regioni hanno sostanzialmente accettato e condiviso le disposizioni contenute nella lettera che il cardinale Francis Arinze ha inviato ai responsabili delle comunità neocatecumenali. Anche nella diocesi di Chieti-Vasto, ad esempio a Tornareccio, ma anche in altri centri, esistono dei gruppi di fedeli che si rifanno alla particolare spiritualità neocatecumenale. Si tratta di gruppi di fedeli molto uniti e cementati dalla condivisione non solo di particolari forme di preghiera, ma anche di esperienze di vita comunitaria. I neocatecumenali si distinguono per le particolari celebrazioni liturgiche infarcite di testimonianze dei laici, di canti e balli, per le numerose variazioni apportate alle preghiere e ai canoni stabiliti dai libri liturgici. Anche riguardo all'amministrazione dei sacramenti il cammino neocatecumenale si discosta nettamente dal resto della Chiesa, soprattutto per quanto riguarda la distribuzione delle particole dell'eucaristia che avviene infatti con i fedeli seduti attorno ad un tavolo addobbato al centro della chiesa. Ecco allora il richiamo, fraterno ma deciso della CEAM (Conferenza Episcopale di Abruzzo e Molise) che chiede espressamente ai neocatecumenali della diocesi di attenersi alle disposizioni liturgiche di Santa Romana Chiesa. Innanzitutto viene ribadito dai vescovi che l'omelia durante la celebrazione della messa è, per sua natura, riservata al sacerdote, mentre le testimonianze dei laici devono essere occasionali e limitate. Inoltre si raccomanda che vengano seguiti scrupolosamente i libri liturgici senza apportare immotivate e arbitrarie modificazioni alle preghiere e ai testi e soprattutto che si utilizzi il modo tradizionale e diffuso in tutta la Chiesa di distribuire le sacre specie durante la comunione. La Conferenza Episcopale ha concesso ai neocatecumenali non più di due anni di tempo per adeguarsi alle disposizioni e, in un certo senso, per rientrare nel solco della tradizione dal quale, evidentemente, si erano discostati un po' troppo.