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Truffa autovelox, Pro Trignina non ammesso come parte civile

L'udienza è stata aggiornata al prossimo 15 marzo

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VASTO - VASTO. Autovelox «imboscati» sulla fondovalle Trigno, si apre il processo per truffa aggravata. Dopo un paio di rinvii nei mesi scorsi, si è tenuta, questa mattina in Tribunale a Vasto, l’udienza del processo per la ‘truffa degli autovelox’. La Procura, che ha condotto le indagini mediante i Carabinieri della stazione di Schiavi di Abruzzo, ha chiesto il rinvio a giudizio di quindici persone, tra amministratori comunali, avvocati e vigili urbani di centri del Vastese, accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, abuso d’ufficio, peculato e violazione dell’art. 97 della Costituzione che impone alla pubblica amministrazione di conformare il proprio operato al principio della imparzialità. Davanti al giudice Annarosa Capuozzo sono comparsi alcuni degli indagati ed i loro difensori. A rappresentare la pubblica accusa il procuratore capo Francesco Prete. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 15 marzo per poter consentire la trascrizione di un verbale e soprattutto per la nomina di un consulente tecnico del Tribunale. Il perito dovrà svolgere delle verifiche e dei controlli in merito alle numerose intercettazioni operate dai Carabinieri al comando del maresciallo Osvaldo Litterio, all’epoca dei fatti comandante della stazione di Schiavi di Abruzzo. Tra le novità sicuramente da registrare quella della mancata ammissione alla costituzione di parte civile del comitato ‘Pro Trignina’ presieduto da Antonio Turdò, che negli ultimi anni ha condotto una vera e propria battaglia contro l’utilizzo indiscriminato e definito «imboscato» degli autovelox sulla Trignina. Su eccezione dell’avvocato Nicola Artese l’ammissione non è stata riconosciuta in quanto lo stesso Comitato si è costituito quando l’indagine era già in corso. Ammesso, invece, un automobilista di Termoli, multato dal Comune di Dogliola, assistito dall’avvocato Lollino. Il comitato, che in questa fase è stato assistito dall’avvocato Giacomucci e dalle dottoresse Mugoni e Di Iorio, non accoglie la decisione del giudice come una sconfitta. «Il nostro interesse ultimo, - commenta a caldo il presidente Antonio Turdò - è quello di assistere e tutelare i cittadini che hanno subito le multe ingiustamente, perché elevate con metodi che esulano dalle vigenti prescrizioni in materia. Il singolo cittadino di Termoli che è stato ammesso come parte civile è comunque un nostro assistito, che si è rivolto al nostro comitato. Per la prossima udienza presenteremo, dunque, una valanga di singole richieste di costituzione come parte civile per conto degli automobilisti».
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