"Si sta cercando, con la tragicomica questione dei controlli sulle esenzioni ticket, di trasformare i medici in agenti dei fisco. Questo è assolutamente inaccettabile, perché mortifica, offende, svilisce e snatura completamente la professione medica".
Così il consigliere regionale Paolo Palomba (Idv), vicepresidente della Commissione sanità della Regione Abruzzo, che annuncia la presentazione di un'interpellanza urgente su questo delicato tema. "Non posso non sottolineare l’aspetto contraddittorio, per cui il medico sarà costretto a verificare il reddito di famiglia, la necessità o meno di un’autocertificazione, procedure che competono generalmente a funzionari dell’INPS o ai servizi sociali dei Comuni. - continua il consigliere nazionale dell'Idv - Per questo motivo presenterò un'interpellanza urgente alla Giunta Chiodi per sapere se l'esecutivo regionale non ritenga necessario bloccare da subito una procedura che a breve risulterà sicuramente complicata, ingestibile, iniqua, che metterà in grave disagio gli utenti, soprattutto quelli più deboli come gli anziani, e relegando i medici ad una funzione sempre più lontana dalla loro professionalità".
segue testo interpellanza
INTERPELLANZA
ESENZIONI TICKET - CON LE NUOVE NORME SI PROSPETTANO GRAVI DISAGI PER I PAZIENTI; ED I MEDICI SI TRASFORMERANNO IN IMPIEGATI O AGENTI DEL FISCO.
Visto il decreto legge 27 ottobre 2009 n. 150 “Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni”.
Visto il decreto ministeriale 11 dicembre 2009 “Verifica delle esenzioni in base al reddito della compartecipazione alla spesa sanitaria tramite il supporto del sistema tessera sanitaria”.
Considerato che le sopracitate norme Berlusconi - Brunetta - Calderoli, impongono una serie di adempimenti a carico dei medici di famiglia e di reparto, che vanno ad appesantire ulteriormente il carico amministrativo, distogliendoli dal loro compito principale.
Rilevato che a decorrere dal 1° aprile 2011 i medici dovranno di fatto “controllare” il reddito dei loro pazienti per stabilire se siano o meno esenti dal ticket.
Sottolineato l’aspetto contraddittorio, quasi comico se non si parlasse di gravi malattie, per cui il medico di famiglia non è abilitato per esenzioni relative a neoplasie, malattie della tiroide, ecc…, cioè a gravi patologie che comportano l’esenzione di diritto, mentre sarà costretto a verificare il reddito di famiglia, l’età del paziente, l’anno di riferimento del reddito, la necessità o meno di un’autocertificazione, procedure che competono generalmente a funzionari dell’INPS o dell’ULSS o ai servizi sociali dei Comuni.
Accertato che i medici ospedalieri e gli specialisti non sono dotati dei necessari supporti informatici e collegamenti per poter svolgere correttamente i nuovi e complicati adempimenti richiesti, né è ragionevolmente ipotizzabile che lo potranno essere entro aprile.
Preso atto che gli elenchi a disposizione dei medici non sono aggiornati, sono fermi ai redditi 2008, non contengono tutte le informazioni reddituali degli altri componenti la famiglia, non tengono conto dell’evoluzione della crisi economica (disoccupati, cassintegrati, ecc..), per cui i pazienti saranno spesso immessi in un labirinto, che li porterà prima dal medico, poi al distretto per l’autocertificazione, poi da qualche patronato per il controllo dei redditi dei familiari, poi ancora dal medico (sempre che vada tutto bene) per ottenere l’agognato riconoscimento dell’esenzione, in quanto ultrasessantacinquenne con pensione minima o sociale o disoccupato con basso reddito familiare.
Il sottoscritto consigliere regionale
interpella la Giunta regionale
per sapere se:
1) non ritenga necessario bloccare da subito una procedura che a breve risulterà sicuramente complicata, ingestibile, iniqua, che metterà in grave disagio gli utenti, soprattutto quelli più deboli come gli anziani, e relegando i medici ad una funzione sempre più lontana dalla loro professionalità;
2) abbia approfondito la materia sotto il profilo della gerarchia delle fonti giuridiche, delle attribuzioni costituzionali, del riparto delle competenze fra Stato e Regioni e se, di conseguenza, abbia prodotto ricorso o intenda farlo;
3) non ritenga, in ogni caso di intervenire a livello di conferenza Stato-Regioni;
L’Aquila 25/03/2011