Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Non buttiamo la Grazie de Ddé!

Condividi su:
Il pane, oggi, si getta. I cassonetti dinanzi ai ristoranti offrono spettacoli osceni; fa parte del 5% dei rifiuti, cosa che una volta era l’equivalente di una bestemmia: non è più “Grazie de Ddé (Grazia di Dio). Riconsiderarlo nella sua sacralità scriveva Guido Ceronetti, “ non è soltanto una faccenda materiale, di quantità, di raccolti; sta mancando il pane come costume, liturgia, etica d’Occidente, realtà non visibile”. E’ necessario che intorno al pane si ricrei l’originale aura sacrale che, come il segno di croce con cui la massaia lo benediceva per difenderlo dagli influssi magici del malocchio e da ogni contaminazione, gli restituisca tutto il significato che deve avere per ciascuno di noi; riconquistarlo nel suo valore sacrale, religioso, significa riconquistare per l’uomo la sua dignità e la sua anima, il senso di un rapporto con l’ordine provvidenziale delle cose. Nei tempi passati, il pane si faceva in casa ed era considerato sacro. Se cadeva un pezzetto a terra, bisognava baciarlo e poi mangiarlo. Il mondo sta attraversando una crisi esistenziale paurosa. Dobbiamo tornare alla sobrietà. Accontentiamoci di quello che abbiamo. Sappiamo tutti che i beni materiali non portano la felicità. Michele Molino
Condividi su:

Seguici su Facebook