Soprattutto in estate, difendersi dalle punture delle zanzare, non è molto facile. Ne basta una che si intrufoli nella nostra camera da letto, ci ritroviamo la pelle piena di “bubboni”. Ha una furbizia inverosimile. La osservi, stai lì lì per stordirla con un foglio di giornale ben arrotolato, scompare, dopo un po’ si ripresenta e comincia di nuovo a massacrare la pelle di noi poveri mortali. Buon lavoro, zanzara!
Il nostro amico poeta Bruno Di Domenico, non potendo sconfiggere il fastidioso insetto con le “armi”, ha pensato di sconfiggerlo con qualche verso, che qui di seguito abbiamo pensato di trascrivere:
“Che brutta bestia è la zanzara. Non si fa vedere, si fa sentire. Scaltra, minuscola, silenziosa, agisce nelle notti d’ estate. Quando per il gran caldo apriamo le finestre e spegniamo la corrente elettrica, invisibile si posa. Inietta un veleno potente che lascia un prurito violento. Punge la fronte, le braccia, la testa. Una mattina mi sono ritrovato la schiena piena di bolle (vòvë) grandi come i lupini. Puntualmente si ripresenta, attirata dal sangue e dal sudore. Il prurito ti fa svegliare e le maledizioni si sprecano. Maledetta zanzara, brutta fetente, sei il terrore, in ogni occasione. Se tu fossi più grande ti romperei le ossa, il muso e la testa. Resisti ad ogni veleno, perciò fai la strafottente! Nemmeno di notte fai riposare la gente.