Prendo atto che “Il giornalista ricerca e diffonde le notizie di pubblico interesse nonostante gli ostacoli che possono essere frapposti al suo lavoro e compie ogni sforzo per garantire al cittadino la conoscenza ed il controllo degli atti pubblici.
La responsabilità del giornalista verso i cittadini prevale sempre nei confronti di qualsiasi altra. II giornalista non può mai subordinarla ad interessi di altri e particolarmente a quelli dell'editore, del governo o di altri organismi dello Stato” e che l’articolo 6 comma 3 del codice deontologico dei giornalisti ribadisce che “Commenti e opinioni del giornalista appartengono alla libertà di informazione nonché alla libertà di parola e di pensiero costituzionalmente garantita a tutti”.
Dopo averne preso atto confermo che di tali precetti non c'è traccia nell'articolo del D'Annunzio, forse non ancora li applica a se stesso visto che è solo dal 2009 che esercita, e dunque rafforzo quanto già dichiarato in precedenza.
Su una cosa il D'Annunzio ha ragione ed è quando afferma che so poco. Lui, che per diverso tempo è stato collaboratore stipendiato della casa-famiglia e quindi “dentro” il Comune, certamente sa più cose di me. Compreso come si cambiano idee e opinioni.
Cordialmente