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INCHIESTA SUI MAGGIORI PROBLEMI AMBIENTALI DEL NOSTRO TERRITORIO

SAN SALVO E RIFIUTI: UNA QUESTIONE IRRISOLTA

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Parlare oggi di “surriscaldamento globale” e “buco dell’ozono” non è più così astratto perché le conseguenze del cattivo comportamento dell’uomo nei confronti dell’ambiente sono ben visibili a tutti. Ogni persona può notare lo strano andamento climatico e può vedere in che condizioni versano le acque marine. Quello che non è immediato è il collegamento di questi fenomeni con il comportamento errato di ognuno di noi. Siamo abituati sempre a puntare il dito verso l’altro e a non pensare che i grandi mali derivano dall’insieme di quei “piccoli peccati” che spesso ci perdoniamo. Ci scandalizziamo nel vedere lo stato delle strade nel napoletano ma poi non ci sembra così strano che tutta la periferia sansalvese sia diventata una discarica a cielo aperto. Quanti di noi si sentono responsabili? Quanti invece ritengono che sia colpa degli “altri”? Cosa è rimasto del nostro mare? Il solo blu che possiamo vedere è quello di una “Bandiera”, simbolo poi di che cosa? Svolgeremo una serie di indagini sui maggiori problemi ambientali del nostro territorio, non per fornire facili risposte bensì lo spunto per una riflessione collettiva; una ricerca all’esterno ma anche all’interno delle nostre coscienze. Di seguito la prima delle nostre inchieste su un tema “scottante” e particolarmente sentito dai cittadini sansalvesi: le microdiscariche createsi a seguito della raccolta differenziata. Passando dalle zone centrali a quelle più periferiche della nostra città vediamo convivere due realtà opposte tra di loro: da una parte l’ordinata disposizione di secchi differenziati, dall’altra tante piccole discariche a cielo aperto. Qual è la vera identità del cittadino sansalvese? Siamo forse tanti dottor Jekyll e mister Hyde? Molti di voi converranno che è paradossale pagare così tanto per i rifiuti per poi ritrovarsi in una città sporca ed inquinata. Ma perché accade tutto questo? Io ritengo che ci sia una duplice responsabiltà: da una parte una cattiva gestione di tutto il settore da parte dell’amministrazione comunale, dall’altra la mal disposizione del cittadino verso ciò che è nuovo e quindi sconosciuto. Il passaggio al sistema di raccolta differenziata è forse stato troppo repentino e molti cittadini non erano e tutt’ora non sono pronti ad affrontare questo cambiamento, causa anche una cattiva informazione e un cattivo supporto per i tanti che non sapevano come comportarsi. Nell’indecisione tra la plastica ed il secco residuo molti hanno preferito buttare il tutto per strada, molto più semplice. La giusta risposta dell’amministrazione è stata un inasprimento delle sanzioni e la ronda di un gruppo di “guardiani” volontari dell’Arci Pesca che avrebbero dovuto evitare l’abbandono dei rifiuti nelle zone periferiche della città. Cosa si è ottenuto? Quattro multe e tanta pattumiera abbandonata. Ma questo non basta: nell’ “abbandono selvaggio” non abbiamo sporcato solo la nostra città ma abbiamo “invaso” il territorio di Cupello (Montalfano, Ributtini e Bufalara) e Vasto. La proposta di Sante D’ALBERTO, Assessore di Cupello, di un piano di controllo congiunto dei comuni del territorio per punire gli incivili è stata considerata un’offesa al buon funzionamento della differenziata sansalvese. Sommiamo a tutto questo le buste dell’organico momentaneamente irreperibili ed a pagamento, la percentuale della diffusione della differenziata ben lontana dal 65% rivendicato e moltiplichiamolo per la non approvazione del bilancio. Il risultato? Tanti cittadini infuriati e San Salvo senza sindaco.
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