BOMBA (CH) - Estrazione di gas dal lago di Bomba, gli ambientalisti lanciano l'allarme: "Il rischio frane e smottamenti è elevato".
Si riunisce oggi a Bomba la quarta comissione del
Consiglio regionale d'Abruzzo per l'industria, il commercio ed il turismo, presieduta da Nicola Argirò per discutere di "aspetti e problematiche" legate alla coltivazione di idrocarburi secondo il progetto Monte Pallano dell'americana Forest Oil Corporation.
Pubblichiamo di seguito l'intervento di Maria Rita D'Orsogna, Associate Professor Department of Mathematics California State University at Northridge, nonché nota ambientalista di zona.
"Bomba sorge su un terreno idrogeologicamente fragile, soggetto a frane, smottamenti, e subsidenza naturale e ospita gia' una delicata diga costruita in terrabattuta invece che in cemento a causa della sua estrema vulnerabilità . Il progetto della Forest Oil prevede la creazione di almeno cinque pozzi di idrocarburi e la costruzione di una
raffineria-desolforatore, del tutto simile al centro oli di Ortona.
Pare allora opportuno ricordare a Nicola Argiro' e all'intera commissione quanto affermato dagli stessi petrolieri nella rivista "International Oil Letter", volume 23, 20 Agosto 2007:
"That gas/condensate reservoir has not been developed because it lies
under Bomba lake and there is a landslide risk in the mountainous area."
"Quella riserva di gas/condensato non e' stata sfruttata perche' giace
sotto il lago di Bomba e sussiste un rischio di smottamenti in quella zona montagnosa".
Lo stesso concetto e' stato ribadito piu' e piu' volte, da geologi
abruzzesi non al soldo della Forest Oil e da Ronald Brown, un
esponente della Forest Oil International: Bomba e' a rischio Vajont ed e' pericoloso trivellarla, quali che siano gli strumenti di prevenzione.
E' importante anche ricordare che contro questo nefasto progetto si e'
espressa l'intera provincia di Chieti, centinaia di associazioni sportive,
religiose, culturali, politiche, la Confcommercio, il WWF, i comuni di
Fara Filiorum Petri, Fossacesia, Francavilla, Miglianico, Collemezzo,
Roccascalegna,
Tornareccio, Altino, Torricella Peligna, Pennadomo, Bomba, oltre a
centinaia di cittadini che hanno mandato osservazioni all'ufficio VIA di Antonio Sorgi, organizzato incontri informativi e
protestato - civili ma decisi - contro la petrolizzazione della nostra
regione. Anche gli eredi di John Fante dalla California si sono espressi contro la trasformazione di Bomba in un campo di gas.
Il comitato di cittadini "Gestione partecipata del Territorio" guidato da
Massimo Colonna ha messo in luce tutte le pericolosita' del progetto della
Forest Oil: oltre alla subsidenza, il superamento di limiti legali per le
emissioni, la vicinanza della raffineria al centro cittadino, i danni che
portera' all'economia agricolo-turistico della zona.
Ricordiamo a Nicola Argiro' e all'intera Quarta Commissione che il
trattato di Aarhus, recepito anche dall'Italia, afferma che la volonta'
popolare e' vincolante. Chiediamo allora che il nostro desiderio di non
essere petrolizzati - manifestato all'unanimita' in mille modi nel corso degli scorsi anni - sia rispettato.
E' la democrazia.
La scienza, il senso comune, l'intelligenza puntano in una sola direzione:
vietare trivelle e raffinerie in vicinanza del lago, senza se e senza ma.
Non lasceremo alla Forest Oil distruggere Bomba, il suo lago e la sua
storia ed esigiamo che per una volta la politica sia decisa e faccia gli
interessi veri della gente e non degli speculatori.
In campagna elettorale Gianni Chiodi disse di essere contrario al centro oli di Ortona. Anche se non siamo in campagna elettorale, i cittadini di Bomba meritano esattamente lo stesso rispetto".