Nello staff operativo di San Salvo.net primeggia, in eleganza, galanteria e pacata raffinatezza culturale, Emanuele Di Nardo.
Apprezzato per le sue dedizioni professionali, policulturali e poetiche, per il suo habitus serio, diligente, preciso e gentile distaccandosi così dall’andazzo inverso della maggior parte dei giovani d’oggi, quelli più “grintosi”, “più sicuri”, più rispondenti ai canoni degli effetti mediatici della moda estetica, etica e consumistica.
Emanuele ha uno sguardo quasi retrò, come simpaticamente retrò è il suo vestito scuro, ordinato come se volesse continuare il percorso di quelle persone, oramai in fase di estinzione, sempre più rare e preziose, che amano con tanta naturalezza adeguare il costume alla forma mentis, l’ordine esteriore all’assolutezza dei valori “grazia-Dio” ancora indispensabili per un’esistenza, basata su una saggia fenomologia.
Le sue interviste, poi, sono pilotate da una tale aggraziata maestria psicologica da agevolare chiunque nel suo dicere.
Emanuele è l’eccezione che conferma la regola secondo la quale “ tutti i giovani di oggi!” sono dediti ad uno stragrande spazio temporale inutile, sprecato ed inconsistente a livello economico, professionale e culturale.
All’irresponsabilità verso lo studio ed il lavoro, alla fragilità esistenziale, alla pochezza letteraria, Emanuele contrappone una gioia di vivere, una serenità terapeutica che riesce a trasmettere anche agli altri perché lui, come il gabbiano che vola ad ali spiegate, nel celeste cielo della sua raccolta di poesie, si distanzia dalla bassezza materiale e con i suoi versi ermetici ed essenziali esprime e canta il bello, il vero, la felicità, la tristezza e tutto ciò che il fanciullino pascoliano che vi è in lui gli sussurra, giorno per giorno, anche se tali sublimi emozioni sono impalpabili da quella gente involontariamente sorda o volontariamente torda.