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I SOPRANNOMI SALVANESI, CHE FINE HANNO FATTO ?

Piscialulètte - Créstemorte - Miscardèlle - Chiachià - Pittirìsce - Pepetòsche ...

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Sopravviverà all’erosione della civiltà dei consumi la bbelle parlature salvanèse. Scompariranno completamente parole e frasi :”fère lu harbene”,”tinghe nu dulore de cocce”,”me so bbuttatate”,”chi ssì magnate”,”iàmme”,”a ndò vì”,”me so fatte na magnàte de checàcce”,”i so purtéte na félle de mendricéne, passe ssu trùffele, è scìute nghì lu sciarabballe, chìude la porte nghì la varre, peije ssa capàzze de saggecce, zè piccichete na tàppile de làute. Potremo continuare ad individuare gli appartenenti di un ceppo familiare attraverso l’antico soprannome di un loro antenato: Piscialulétte, Miscardélle, Pittirìsce, Cuttirìlle, Cappalònghe, Giacchittalle, Trapinarélle, Caffittìre, Uagnilùcchie, Pupattélle, Camisciàlle, Pepetòsche, Sveldìne, Cazzarjlle, Pignatélle, Piccingialle, Mortevéve, Scamiffue, Chiachià, Tupingìlle, Crestemòrte. Una risposta opportuna potrebbe scaturire solo attraverso un’accurata indagine demologica . L’avvento della tecnologia, il consumismo, l”americanizzazione” della lingua italiana e soprattutto la forte immigrazione, sono tra i fattori che hanno caratterizzato la dispersione della nostra parlata tradizionale e dei soprannomi Va da sé, che le numerose famiglie, giunte da ogni angolo di questa meravigliosa terra d’Abruzzo e da ogni parte d’Italia, trasportando le loro usanze, le loro tradizioni ed il loro linguaggio hanno influenzato il dialetto salvanese, facendo così perdere alla parlata del ceppo di origine il primato di lingua dominante. Esiste il tempo per salvare parte di questo importante retaggio? Penso di sì. Soprattutto le scuole possono fare molto. La scuola ha il dovere di mantenere vivo il ricco patrimonio culturale del dialetto che il popolo ha creato con tanti secoli. Poesie, letture, teatro, realizzazione di un dizionario della lingua sansalvese, iniziative varie di scrittura, potrebbero essere alcuni strumenti da mettere subito in uso. Le associazioni culturali di San Salvo non potranno rimanere indifferenti. Bisogna muoversi prima che la “parlatura salvanese”, patrimonio di inestimabile valore culturale, tramandata da padre in figlio, da generazione in generazione, intraprenda il viale del tramonto. Foto: lu ferrare (San Salvo 1953)
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