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Vertenza Golden Lady: sabato mattina nuovo presidio in Val Sinello

Invitati a partecipare gli assessori regionali Gatti e Castiglione. Il caso alla ribalta anche in tv

a cura della redazione
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Sabato mattina alle 9.30: è programmato il 25 febbraio, davanti alla sede dello stabilimento Golden Lady in dismissione in Val Sinello, un nuovo presidio di lavoratori e rappresentanti sindacali per il fare il punto della situazione sulla spinosa vertenza che interessa 382 dipendenti. Invitati alla partecipazione gli esponenti politici del territorio, ma anche e soprattutto i vertici della Regione Abruzzo e, in particolare, gli assessori al Lavoro ed allo Sviluppo Economico Paolo Gatti e Alfredo Castiglione. Con il primo, soprattutto, nei giorni scorsi protagonista di un 'vivace' botta e risposta con il segretario provinciale della Filctem-Cgil, Giuseppe Rucci, relativamente all'attenzione dell'Istituzione regionale nei confronti delle due vertenze Golden Lady in Abruzzo (risolta a Basciano, nel Teramano, no a Gissi, nel Vastese). IL CASO IN TV - (di Antonino Dolce) Spaventate e mute di fronte alla telecamera. Così sono apparse le dipendenti serbe della Golden Lady durante la puntata di 'Presadiretta'. La troupe di Rai 3 è andata in Serbia per vedere da vicino le condizioni delle nuove lavoratrici alle dipendenze di Nerino Grassi. Nessuna di loro ha voglia e coraggio di rilasciare interviste per timore di conseguenze sul posto di lavoro. Gli unici a parlare sono due ex-dipendenti licenziati da poco. Sono loro a svelare il segreto di Pulcinella: uno stipendio di 155 € netti al mese di recente innalzato a 250 € più eventuale premio di produzione. Una cifra che sfiora la soglia della povertà anche nel Paese dell'ex-Jugoslavia. Inoltre: sindacati inesistenti (chi prova a impegnarsi in tal senso si ritrova fuori dalla porta) e assunzioni di persone ricattabili, in stato di bisogno (ragazze-madre, vedove e separate ecc.) che non possono rinunciare alla seppur misera paga. D'altronde quella è la musica da ballare: la minaccia, neanche troppo velata, è quella di volare in Cina dove gli stipendi ammontano a meno della metà. Insomma, Nerino Grassi abbandona l'Italia per servirsi della schiavitù legalizzata dallo Stato serbo. Il fondatore della Golden Lady (che detiene anche la Omsa) non è l'unico; sempre in Serbia sono volati anche gli stabilimenti di Pompea e Calzedonia (oltre alla Fiat). Grazie ai grassi incentivi che il governo serbo elargisce per ogni posto di lavoro creato, le aziende che delocalizzano riescono a produrre per tre anni a costo zero. Purtroppo i microfoni della Rai non sono riusciti a raggiungere Nerino Grassi rintanato nel suo fortino-villa nei pressi di Faenza. Un cartello per nulla accogliente avverte "vigilanza armata". Oltre alle riprese davanti allo stabilimento della Val Sinello la troupe si è poi spostata a Gissi e Liscia per intervistare chi per decenni ha vissuto dignitosamente grazie alla Golden Lady. Una "mamma" che ora li abbandona durante una delle fasi più acute della crisi. Per vedere la puntata di 'Presadiretta' di domenica: http://bit.ly/AcZPvu
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