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Spadano: «Quando non si è informati o non si sa cosa dire, forse è meglio tacere»

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A  seguito del comunicato stampa del gruppo consigliare e della segreteria del PD di San Salvo c’è da rimanere sconcertati, non tanto, e non solo, per il contenuto, ma per la superficialità con la quale vengono utilizzati terminologie e accuse che sono fuorvianti, improprie e probabilmente nemmeno valutate e conosciute da chi le redige.

Premesso che questo partito, così come il suo gruppo consigliare, a San Salvo farebbe bene a sintonizzarsi su toni meno violenti e concepisse la dialettica politica, non già come una maniera per sfogare risentimenti e livori poco comprensibili ai nostri giorni, ma come un civile confronto di idee, visto che a San Salvo si sta cercando, da parte della maggioranza e dell’amministrazione comunale, di tenere il livello della discussione politica volutamente pacati, così come i tempi attuali consigliano, allo scopo aggiungiamo qualche considerazione.

La maggioranza di questa città ha sempre cercato di lavorare, più che parlare, e ha parlato, come in questo momento, quando non ne poteva fare a meno, pur avendone titolo e motivi più che validi. Inoltre ha sempre pensato che i nostri cittadini non devono subire lo stimolo di sollecitazioni primordiali, da parte di coloro che hanno la responsabilità della cosa pubblica, ma devono avere il loro rispetto anche nell’utilizzo di un linguaggio appropriato alla sensibilità di ognuno, soprattutto di quelli che soffrono di problemi di vitale importanza, come la mancanza di lavoro e di risorse primarie.

Non è giusto e opportuno, quindi, così come veniva fatto nel passato, utilizzare modi e termini provocatori e offensivi per il confronto politico. Stiamo attenti tutti, e stiano attenti a non farsi pendere la mano coloro che, condizionati dall’istinto e dall’abitudine, cadono nell’errore di provocare con il solo scopo di ciò.

L’invito è rivolto a tutti quelli che, non si rendono conto che termini come «disturbo dell’inconscio» appartengono ad una patologia psichiatrica, pertanto fuorviante, lesiva  e offensiva, così come, «sindrome di Stoccolma», che, peraltro è qualcosa di completamente diverso da ciò che è stato descritto dai firmatari di quel comunicato stampa. Infatti la sindrome di Stoccolma, che non è una patologia, è una attrazione che il prigioniero acquisisce nei confronti del proprio carnefice, quando questi lo tiene prigioniero, o lo traumatizza, ed è una reazione funzionale ad un istinto di sopravvivenza che è insito nell’essere umano. Cosa c’entra, quindi, con il logorroico comunicato del Pd non si capisce, così come non si capisce chi sarebbe, eventualmente, il carnefice e chi il prigioniero, nella nostra tranquilla realtà cittadina.

Pertanto ciò che è stato scritto, oltre ad essere improprio e a denotare una scarsa conoscenza degli argomenti di cui si vorrebbe parlare, dimostra l’esatto contrario di ciò che forse si voleva affermare in quello scritto: chi lo ha scritto non è ben informato né sui contenuti politici, né su quelli scientifici di ciò che asserisce. Pertanto, quando non si sa cosa dire, forse è meglio tacere, allo scopo di evitare danni a volte irreparabili per l’immagine e la cultura di una Comunità che vuole crescere e che vuole rifuggire dall’ignoranza, perché questa si identifica con la povertà di idee e di benessere sociale.

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