Sabato 23 aprile 2016, con partenza alle 8.30 in via Tobagi, si terrà a San Salvo la tradizionale sfilata de "Le Some", cavalli e/o trattori che trasportano in sacchi il grano per i "taralli" di San Vitale. Il corteo si fermerà in piazza San Vitale, per la benedizione impartita da don Raimondo Artese, parroco di San Giuseppe; quindi proseguirà per le strade cittadine fino al mulino Larcinese. Dalle ore 12.00, in piazza Vitale Artese, saranno distribuite "Le sagne", consumate da tanti cittadini e ospiti.
La tradizione risale al 1745, l'anno in cui le reliquie di San Vitale martire, donate dal cardinale Pier Luigi Carafa, raggiunsero - da Roma - la chiesa di San Giuseppe in San Salvo. Nell'occasione il cardinale, commendatario dell'Abbazia dei SS. Vito e Salvo, offrì un pranzo a tutta la popolazione (circa 400 persone). Le reliquie di San Vitale, custodite in un'urna, sarebbero rimaste da allora nella chiesa arcipretale e il Santo sarebbe divenuto il patrono di San Salvo.
"Le Sagne" si originarono probabilmente come pasto offerto ai conduttori dei cavalli quando questi portavano il grano al Mulino comunale Pantanella (nei pressi dell'attuale sottopassaggio ferroviario per la Marina); mentre i "Taralli" stanno a ricordare il pranzo offerto al popolo. Il grano, oltre che costituire una produzione agricola diffusa nel territorio di San Salvo, è presente anche - come fascio di spighe - nello stemma dell'Abbazia dei SS. Vito e Salvo. Il Comune di San Salvo, nel definire il suo stemma, vi avrebbe poi aggiunto una botte, alludente alla produzione di uva e di vino. Il pane ha comunque un valore simbolico per la Chiesa e il "tarallo" (un pane azzimo fino a poco tempo fa) allude certamente alla ricompensa, alla "messe" per chi ha ben operato nella vita.
Tuttavia, riti simili se non identici, si ritrovano in altre località, come nella vicina Scerni, dove la festa del patrono San Panfilo, il 28 aprile, è egualmente preceduta da un'offerta di grano e un pranzo collettivo (la "Tavola di San Panfilo"). Riteniamo che non sia pura coincidenza per cui è da supporre che si tratti di riti originatisi durante la civiltà pagana, per poi essere acquisiti e trasmessi attraverso la pratica religiosa della chiesa cattolica.
"Le Sagne" di San Vitale, preparate da volontari, soprattutto donne, bollite nei classici "cottori" di rame dai componenti del Comitato Festa, e condite con un ragù leggero (in origine solo pomodoro), vengono da qualche tempo cotte e servite non più al Mulino ma in luoghi pubblici, ciò che consente una maggiore partecipazione popolare.
Nel tempo non è però cambiato il clima di allegria e di festa che si crea. Per mantenerlo e non sciuparlo con gesti inopportuni, il Comitato festa di San Vitale e l'Assessorato comunale alla cultura invitano i partecipanti ad assumere comportamenti corretti (gettare i piatti sporchi nei bidoni, fare uso modico di vino e alcolici, liberare i tavoli dopo aver pranzato), ripetendo la bella esperienza degli ultimi anni, di condivisione del cibo e di gioia nello stare insieme.