Con l’accensione della catasta di legna da parte di don Raimondo Artese, parroco della chiesa di San Giuseppe e del sindaco di San Salvo Tiziana Magnacca, ha avuto inizio ieri sera in piazza San Vitale la lunga notte de “Il Fuoco di San Tommaso” (Lu fóche de Sande Tumuásse), un rito arcaico che si ripete da secoli
Il primo cittadino nel suo saluto ha ricordato come la notte tra il 20 e il 21 dicembre del 1745 giunsero a San Salvo le reliquie del Santo martire, che sarebbe poi divenuto il suo patrono. Reliquie di San Vitale che vennero accolte in piazza dal fuoco di San Tommaso, che ardeva facendo luce e riscaldando le persone in attesa. «Città che non dimentica le sue origini rurali e che vogliamo celebrare anche attraverso queste ricorrenze» ha detto il sindaco.
Tradizioni che l’Amministrazione comunale che promuove e coltiva come elemento di unione di una comunità che ha accolto nei suoi anni anche di crescita urbanistica, uomini e donne provenienti da paesi e storie diversi. «Attraverso questo fuoco prendiamo spunto per continuare nel cammino di rinascita e di affermazione di quelli che sono i valori del rispetto e della solidarietà tra tutti i concittadini che San Salvo vuol portare avanti per rivendicare una propria storia e una propria identità ben precise.
Come questo fuoco illumina la notte e scalda i cuori, vogliamo essere come Città di San Salvo punto di riferimento per l’intero comprensorio con il quale vogliamo dialogare e confrontarci per garantire opportunità di sviluppo per le future generazioni ma nel contempo certezza per quelle presenti. Impariamo – ha concluso il sindaco Magnacca – ad amare e difendere le tradizioni di questa Città».