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Risposta al “Pd Territoriale” da parte del consigliere Mario Olivieri

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Sono sempre stato convinto che il ruolo di rappresentante dei cittadini deve essere svolto con la massima dignità e trasparenza, assumendo comportamenti e posizioni, che anche se possono essere scomode e controcorrente, permettono di potere essere certi di avere compiuto il proprio dovere.

Ho rifiutato, quindi, sempre di accodarmi al “potere” fine a se stesso, e di recitare una parte per piaggeria nei confronti del potente di turno, convinto che il ruolo che l’elettorato assegna a chi viene eletto nelle istituzioni sia quello di tutelare le ragioni di chi reclama diritti e bisogni inascoltati.

Anche in questa occasione vorrei cercare di fare, se il “PD territoriale” (leggi) lo permette, il mio dovere dicendo ciò che penso, anche se rappresentante di una maggioranza in Regione, ma forse proprio per questo, visto che non ci sono molti luoghi e momenti (non ricordo più di due riunioni di maggioranza nel corso dei 3 anni e mezzo trascorsi ), e nell’interesse della stessa maggioranza, voglio “alzare la voce” e riportare le difficoltà che osservo quotidianamente, e che il “PD territoriale”, non vede, o fa finta di non vedere.

Ciò che ho asserito nel comunicato stampa che ha fatto infuriare il “PD territoriale”, è il risultato di continue sollecitazioni e verifiche sul campo che il sottoscritto assimila, ogni volta che entra negli ospedali, in particolare nell’ospedale di Vasto, dove il personale, carente nei numeri, sfiduciato per la mancanza di interlocutori in grado di recepire anche le richieste più elementari, ma vitali, è in fuga verso regioni più organizzate.

La stessa situazione si rileva nelle strutture territoriali, oltre che con i medici di famiglia, e che mi fanno pensare che lo stesso “PD territoriale” non possieda nemmeno le conoscenze più minimali sullo stato in cui versano i presìdi sanitari del nostro territorio e della nostra Regione.

L’elenco dei numeri e dei dati (fatti), che lo stesso “PD territoriale” presenta, non giustificano la negazione della realtà esistente, e  soprattutto, non lo autorizza a ritenersi in pace con la coscienza, nel momento in cui troppe carenze ci sono da affrontare e risolvere, e nel momento in cui troppe difficoltà si accumulano sulle spalle dei cittadini che si recano nei presìdi sanitari e sulle spalle dei medici, infermieri e personale, che quotidianamente sono accomunati nel lavoro, spesso, disumano e rischioso che svolgono.

L’analisi dei dati, andrebbe puntualizzata e a quelli positivi bisognerebbe associare anche quelli negativi, dicendo fino in fondo la verità, come ad esempio che il rientro dal disavanzo, da parte della Regione Abruzzo, è cominciato con la giunta Chiodi, ed è stato completato dalla Giunta D’Alfonso.

Bisognerebbe capire, inoltre, perché la Regione accumulerà nel corso del 2017 circa 100 milioni di disavanzo nella sanità, nonostante i tagli e le difficoltà nelle quali versano le strutture sanitarie e perché a tale risultato non consegue la non conferma dei direttori generali che l’hanno causato, bensì la loro riconferma.

Provi il “PD territoriale” a dare a ciò e ai cittadini, una giustificazione.

Tra l’altro, alcune delle cose che il sottoscritto evidenzia, in tema di sanità, le sostiene anche la parlamentare del PD Maria Amato, e, guarda caso, anche lei mi sembra che sia finita nella lista dei cattivi, per bocca dello stesso organismo di partito “territoriale”.

Non basta pertanto dire che “Olivieri si deve dimettere”, come se ciò fosse sufficiente a mettere a posto le cose e a togliere di mezzo colui che “è inconsistente e inesistente”, anche perché se così fosse, non ci sarebbe neanche stato bisogno di reagire come ha fatto il “PD territoriale”.

Ed è altrettanto chiaro ed evidente che un Consigliere regionale, anche se Presidente della Commissione Sanità, non ha il potere di governo e pertanto non può attuare decisioni, ma le può solo proporre, come ha fatto in continuazione in questi anni, il più delle volte inascoltato.

In realtà il sottoscritto pensa che ciò che egli sostiene dà molto fastidio al “PD territoriale”, che evidentemente non sopporta interferenze, nemmeno da parte di chi ha tutto il diritto, nonché il dovere, di portare le giuste ragioni di un territorio e dei cittadini, solo allo scopo di partecipare alla soluzione dei problemi.

Altro che “l’avvicinarsi delle elezioni” !, il “PD territoriale” è bene che cominci a rendersi conto dei problemi reali della gente, e che non si pavoneggi senza avere nemmeno le piume.  Ciò che il sottoscritto ha detto, e dirà,  se non ascoltato, indipendentemente dalla sua appartenenza e indipendentemente dalle elezioni e dalla sua decisione se continuare a sostenere o meno questa maggioranza,  lo deve fare riflettere, anche se la riflessione spesso presuppone possedere l’umiltà, che mi pare non sia di casa da certe parti.

 

 

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