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Nasce la "Grande Pescara" il Vastese resta a guardare?

L'architetto Agostino Monteferrante "il Vastese diventi una grande citta' per non continuare a diventare sempre piu' un territorio confinato oltre che di confine!"

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Il processo di unificazione di più città, Pescara, Montesilvano e Spoltore  in una sola più grande città metropolitana, “la Grande Pescara”, da ciò che si legge sui mass media,  sta andando avanti. 
La Grande Pescara, diventerebbe una città di circa 300.000 abitanti al centro della costa abruzzese, una città che già concentra il 70% del potere politico ed amministrativo della regione Abruzzo. 
I proponenti fanno bene. Non è un tema che può lasciare indifferenti a guardare, anche coloro che non fanno parte di quei territori. 
Gli aquilani faranno le loro riflessioni  ed anche i teramani, certamente, faranno le loro. 
E’ il Vastese cosa farà? Un ragionamento su come integrare le forze dei vari comuni, andrebbe avviato al più presto. 
A nostro favore abbiamo il lavoro svolto da Nicola Notaro e Kisho Kurokawa nel lontano 1974 (un Piano Regolatore intercomunale, che di fatto vedeva unire le due città) , c’è già il lavoro fatto con il Patto Territoriale ed altre proposte già sul tavolo,  elaborate da altri visionari illuminati. 
Si tratta di riprendere il discorso e di farlo anche in fretta, pena il passare da periferia dell’impero a colonia povera di una regione Pescara centrica. 
San Salvo e Vasto possono e devono essere i motori  di questa nuova storia.
Come realizzare un simile nuovo sodalizio urbano ed amministrativo? 
Stabilire con quale forma giuridica è cosa certamente complessa che merita discussione ed approfondimento. 
Certo è, che la pur comprensibile necessità di affrontare tematiche strettamente urbane non può, oggi, limitare discussioni più generali dove entrino, per il nostro territorio, strategie generali che comprendano le politiche industriali, commerciali, residenziali, turistiche, sanitarie e più in generale gli obiettivi di crescita e trasformazione  di un territorio vasto e complesso che ha bisogno di programmi e strategie ambiziose ed unitarie. 
Rinunciare ad una simile discussione lascerebbe il territorio nel limbo periferico e di confine in cui versa e dal quale è possibile uscire solo rinunciando alla comoda e rassicurante lettura dei temi, in chiave strettamente cittadina che niente di buono, a questo territorio, sta portando da troppo tempo.
Una città che conterebbe 100 mila abitanti avrebbe un peso diverso, rispetto a decine di piccole e grandi realtà, una gestione unitaria di diverse problematiche, avvantaggerebbe la sua popolazione, renderebbe questa nuova città più forte dal punto di vista economico, politico, commerciale.
E’ una visione che parte da lontano, a cui la trasformazione urbanistica del territorio ha dato ragione, sta a tutti noi decidere oggi, se coglierne solo gli aspetti negativi o farci promotori di una nuova forte Città, decidendo di governare i fenomeni, smettendo di subirli.
Scevri da campanilismi e competizioni ottocentesche, guardando al futuro, non rimanendo piegati sul presente. Guardarsi l’ombelico , dopo un po’ annoia chiunque.

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