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Possiamo ancora invertire il percorso!

Situazione del Settore Automotive, la nota della Fiom-Cgil

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Mentre in SEVEL non si sa che fine hanno fatto gli investimenti previsti per la “verniciatura vecchia” a Gliwice, la Geico Taikisha di Cinisello Balsamo fornisce l’impianto di verniciatura più moderno d’Europa. Lo stesso vale per la linea di produzione che a differenza di quella Sevel, progettata nel 2000 e customizzata per l’attuale pianale, prevede la capacità di adattarsi a diversi tipi di pianali grazie alle piattaforme modulari realizzate da PSA che consentono facili adattamenti per produrre più modelli. Visto che dopo la “fusione”, Stellantis non nasconde di voler spingere di realizzare i nuovi veicoli sui pianali di sua progettazione, la preoccupazione aumenta. Basta vedere il design della nuova Lancia Y che dovrebbe uscire nel 2024. Una Peugeot 208 stilizzata con i caratteristici fari a denti a sciabola e il logo Lancia.

È chiara la strategia di Stellantis, mantenere i marchi e adattarli alla loro tecnologia.

Come ben si può capire non si sta discutendo se è stato corretto o meno firmare il CCSL, non si sta discutendo di situazioni importanti ma marginali rispetto a quello che si sta prefigurando, si sta discutendo se e come porteranno lo stipendio a casa migliaia di lavoratori nei prossimi anni.

Stiamo discutendo di lavoratori della Sevel e dell’indotto che si stanno ponendo la domanda di come continuare a mantenere i propri figli all’università o di come pagare il mutuo della casa.

Per questo come FIOM riteniamo necessario e urgente la costruzione di un percorso unitario per cercare di fermare un percorso che sembra già delineato.

Come FIOM accogliamo favorevolmente l’apertura di dialogo con la UILM e la FIM e siamo in attesa di concordare una riunione per costruire insieme un percorso di lungo respiro per fronteggiare questa situazione, partendo dal coinvolgimento delle Lavoratrici e dei Lavoratori.

Ora c’è la necessità di sapere quali strategie ha Stellantis per lo stabilimento Sevel e di conseguenza quali saranno le ripercussioni per le aziende dell’indotto.

C’è bisogno di un percorso unitario che coinvolga anche altre categorie sindacali e le confederazioni perché il problema non riguarda solo i metalmeccanici ma tutti i lavoratori che direttamente e indirettamente lavorano per Sevel.

C’è bisogno di un forte coinvolgimento di tutte le Lavoratrici e tutti i Lavoratori della nostra provincia.

Non possiamo permetterci di ritornare al passato quando la Val di Sangro veniva chiamata la “valle della morte”.

Seg. Gen. FIOM CGIL CHIETI

Alfredo Fegatelli

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