''Sarà un parco non un parcheggio''; ''il progetto vuole riconsegnare ai
sansalvesi una città più bella e più sana''. E' quanto affermava sul
quotidiano ''Il Centro'' quattro anni fa l'ex assessore, ora Sindaco del
Comune di San Salvo, in merito al progetto di ''sistemazione'' della piazza M.
D'Azeglio.
Siamo tornati di recente in piazza D'Azeglio: e non abbiamo trovato nessun
parco ma semplicemente un luogo degradato. Una parte della piazza è
perennemente occupata da un cantiere edile; vicino al recinto bivaccano i
cani e ristagna la sporcizia. Dalla parte opposta ci sono 15/16 auto
parcheggiate su tutti i lati; in mezzo un'unica auiola (si fa per dire) con
tre arbusti e erbaccia alta.
Stessa enfasi propagandistica per la Villa comunale: dove, terminati i
lavori dei primi due lotti (abbiamo espresso le nostre critiche nel
comunicato del 20.05.2005) si sta procedendo alla realizzazione del terzo
lotto (per altri 300.000 euro), e cioè alla costruzione della fontana
monumentale in chiave post-moderna. Il significato del termine 'monumentale'
l'abbiamo compreso quando è stato eretto l'imponente podio o zoccolo in
cemento armato sul quale dovrebbe collocarsi la fontana di vetro tanto
decantata. In effetti si tratta di un manufatto a prova di bomba, che più
che stupire sconvolge per la sua pesantezza e per la sua invadenza.
E dunque abbiamo finalmente capito che non si tratta solo di amore per il
cemento (materiale per nulla ecologico, abbondantemente impiegato a San
Salvo) ma di megalomania, cioè volontà  conscia e inconscia insieme  da
parte dei nostri amministratori di voler 'passare alla Storia' a qualunque
costo.
Ci passeranno? Senza dubbio, visto che quello che stanno facendo è tutto in
termini ultimativi: un piano regolatore e varianti considerati 'definitivi';
un megaparcheggio in via Montegrappa che avrebbe dovuto risolvere 'una volta
per tutte' i problemi del centro storico; la villa comunale meno verde
d'Italia ma con la fontana più possente e 'le tecnologie più innovative';
l'affrancazione totale dei demani comunali, pari a 350 ettari (con una
pratica oltretutto viziata dal punto di vista legale), presentata come
liquidazione di una 'pesante eredità del passato'; l'imponente autoporto da
sei e passa milioni di euro che proposto una ventina di anni fa  in una
situazione diversa  si sta completando adesso (non si sa bene per chi e per
che cosa).
Il problema, però, è che questa megalomania sta penalizzando San Salvo sul
piano della vivibilità , della qualità della vita e dello sviluppo. Il Centro
storico è ormai sempre più deserto, le piccole attività commerciali sono in
crisi, in alcune zone periferiche cresce il degrado, la piccola criminalitÃ
è divenuta allarmante, la vivace dialettica culturale e politica di un tempo
è interamente scomparsa.
C'è un disagio presso i cittadini e l'opinione pubblica di cui i nostri
amministratori non vogliono rendersi conto. Loro hanno sempre ''lavorato
bene'', per loro va ''tutto bene'', anche quando le casse comunali, pressoché
svuotate dalle spese per opere inutili, cause perse, rimborsi dovuti e
quant'altro, costringono a mutui sempre più onerosi, suscettibili di
ipotecare il futuro dello stesso bilancio comunale.
Impegno per San Salvo