E' risultata vivace e partecipata l'assemblea tenuta dal Comitato cittadino
per la difesa del Demanio Civico, sabato 10.12.2005, presso l'hotel Gabrì di
San Salvo.
Sul tema «LE TERRE CIVICHE E I DIRITTI DEI CITTADINI» sono intervenuti i
rappresentanti dei partiti e movimenti promotori, gli esperti demaniali
Antonio Carinci e Italo Franco, rappresentanti della stampa, di associazioni
e singoli cittadini; benché invitati, mancavano soltanto i rappresentanti
dell'Amministrazione comunale.
Le finalità dichiarate dell'iniziativa (la prima di una serie): di fare
chiarezza sui beni demaniali e di uso civico; di vagliare la legislazione e
la prassi di legittimazione e affrancazione delle terre ad uso civico; di
tutelare i diritti della collettività su tali beni, verificando la
correttezza del comportamento dell'ente gestore (il Comune) tanto nella
riscossione dei canoni enfiteutici quanto nella prassi di legittimazione e
affrancazione intrapresa, sono stati dunque nella sostanza conseguite.
E se sono emerse valutazioni anche diverse su quale strategia perseguire
nelle tutela e valorizzazione degli usi civici sono comunque venute allo
scoperto la limitatezza, l'ambiguità e persino la poca trasparenza della
procedura attivata dall'Amministrazione comunale cittadina in relazione alla
iniziativa di legittimazione e affrancazione di tali terre (cosa che
oltretutto non faceva parte del programma dell'attuale maggioranza).
Il Comune di San Salvo infatti:
- non ha mai recepito la legge n. 16 del 1974 che estingue i canoni
enfiteutici sugli usi civici, tantomeno ha chiarito ai cittadini che i
canoni introitati fino ad oggi li deve restituire (o conguagliare), perché
illegittimi e privi di qualsiasi fondamento di diritto;
- è venuto meno ad un obbligo di informazione della cittadinanza nel momento
in cui ha iniziato le procedure di legittimazione senza alcun mandato
specifico, in quanto tutti i diritti sui beni di uso civico appartengono ai
cittadini e il Comune ne è solo gestore e amministratore;
- ha chiesto agli interessati (che risultano tutti occupatori abusivi
anziché assegnatari di quote Âanche quelli del 1957 per un difetto di
recepimento e trascrizione degli atti) di procedere contemporaneamente sia
alla legittimazione che all'affrancazione, quando le due azioni sono
separate perché mentre la legittimazione è un obbligo per gli interessati
(per poter conservare il possesso dei terreni e acquisirne la proprietà ),
l'affrancazione è una facoltà e un diritto che non può essere imposto da
nessuno. Anzi, se le due procedure vengono svolte separatamente, comportano
significativi vantaggi giuridici ed economici per gli interessati;
- non ha chiarito agli interessati che la legittimazione fa nascere sì il
diritto di proprietà e che l'affrancazione lo estende, ma ambedue non
eliminano il vincolo di uso civico e l'obbligo della destinazione agricola
sul terreno che rimane perpetuo, a meno che non si cambi la legge n. 1766
del 1927 e tutte le leggi regionali sulla materia da essa scaturite;
- non ha fatto distinzione tra chi occupa quei terreni da decenni e chi li
ha acquisiti in tempi recenti, con atti da ritenersi nulli dal punto di
vista legale, come ha confermato anche la Regione Abruzzo con la nota n.
57944 del 09 novembre 2005.
Alla luce di quanto emerso, il Comitato invita pertanto il Sindaco e
l'Amministrazione comunale a bloccare l'intera procedura avviata; aprire un
pubblico dibattito con la cittadinanza e con il Comitato sulle questioni in
oggetto e pervenire ad una soluzione equa sul problema, accettata e
condivisa dalla collettività .
Nel caso essi intendano invece procedere senza ripensamenti, è chiaro che se
ne assumeranno intera la responsabilità ; e che il Comitato agirà in tutte le
sedi (amministrative e giurisdizionali) nell'interesse della cittadinanza e
degli agricoltori coinvolti contro atti manifestamente viziati o
illegittimi.
Per il Comitato
Tonino CILLI , Angelo Di PIERRO, Giovanni ARTESE e Maurizio FABRIZIO