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27 gennaio ''Giorno della memoria''

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L'Amministrazione comunale di San Salvo, come è tradizione, organizza per venerdì prossimo, 27 gennaio, il ''Giorno della memoria'', una manifestazione legata al ricordo della Sohah. A darne notizia sono il Sindaco della città Gabriele Marchese e l'assessore alla cultura Domenico Di Stefano. Due gli incontri programmati per il giorno 27 gennaio a San Salvo. Il primo appuntamento è con gli studenti dell'Itc e dell'Ipia alle ore 11 presso il cine-teatro (centro culturale A.Moro) per assistere ad un recital teatrale. Il secondo appuntamento è alle ore 21 con la proiezione del film ''La caduta'', cioè le ultime ore di Adolf Hitler. ''Non possiamo dimenticare- spiegano Marchese e Di Stefano- La memoria è uno strumento per capire e per rispondere alle sollecitazioni del presente. Le recenti guerre, lo scontro di civiltà, il terrorismo di oggi, dimostrano che l'odio fra le genti e le stragi degli innocenti non sono una pura e semplice eredità di un passato sogno di incubi; e allora, alle nostre menti si affaccia la domanda angosciata: ma sarà sempre così, anzi, sempre più così? La risposta implicita che abbiamo dato a questa domanda fino a questo momento era di concludere che la Shoah fosse stata a tal punto mostruosa da risultare incomprensibile con i comuni strumenti della mente umana, che fosse stata, in una parola, ''follia'', sia pure follia criminale: follia degli uomini, follia di un intero popolo, follia di Hitler. E, come tale, almeno per coloro che credono nella razionalità di fondo dello spirito umano, irripetibile. Tanto da giustificare l'autentico giuramento con il quale si concludevano tutte le nostre manifestazioni: ''Mai più''. Sentiamo però che questo modo di affrontare la memoria non è più sufficiente, per dirla come la pensa il prof. Amos Luzzatto. Perché la nostra premessa non è scevra da critiche; la memoria non è, infatti, un supporto magnetico cui attingere dati ma è una funzione attiva della nostra mente, che sa in partenza a quale tipo di dati rivolgere la propria attenzione e quali, invece, trascurare; che sa in partenza quali sono i problemi che deve affrontare e, spesso, ha già formulato, se non proprio un giudizio definitivo, almeno delle ipotesi di risposta; e cerca ''nella memorie'' quei dati che possono confermare o respingere il giudizio stesso. Possiamo dunque indicare dei cosiddetti ''valori'' che sono in realtà giudizi dei quali siamo già forniti a priori e che orientano il nostro modo di scavare in profondità nella memoria? Certamente, sì. Il primo dei nostri valori si chiama civiltà ed esso significa il procedere del consorzio umano dalla legge del trionfo del più forte a quella del supporto per i più deboli, dalla soppressione del rivale o di quello che si ritiene possa soltanto chiedere alla società senza nulla dare, al principio della solidarietà. Il secondo valore significa valorizzare la varietà umana, la ricchezza delle ''altre'' culture, delle altre lingue, delle altre Fedi. Esso significa la libera circolazione delle idee, senza opporvi ostacoli, neppure economici. Il terzo valore, infine, indica il dialogo, il confronto, la trattativa, come unici strumenti che possono risolvere i contenziosi umani, proibendo, come reato, qualsiasi ricorso alla violenza. ''Memoria'' significa allora scavare nel passato in modo selettivo, per cercarvi non tanto le gesta degli eroi sui campi di battaglia quanto gli esempi di solidarietà e di cooperazione; esempi forse rimasti nell'ombra ma non per questo meno rilevanti, forse al contrario. E' questa infine quella Memoria che può diventare uno strumento di fiducia nel domani. E' questa che ci accingiamo a celebrare''. San salvo, lì 25.1.2006
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