L¹avvio dei lavori di realizzazione del porto turistico, a San Salvo Marina,
costituisce un¹azione su cui riteniamo si debba maggiormente riflettere e
discutere. Premettiamo di non avere nulla contro la realizzazione di
un¹opera di questo tipo (certamente complementare all¹economia del turismo):
purché fatta nei crismi della pubblica utilità e nel rispetto degli
equilibri ambientali.
Questi i dati: darsena realizzata entro terra, con uno scavo tra via A.
Doria, edifici limitrofi e fosso del Mulino; 156 posti barca, per scafi
compresi tra i 6 e i 9 metri; canale di collegamento dei natanti con il mare
lungo 150 metri e largo 18.
La prima impressione è che l¹utilità sia modesta. E¹ vero che si dà la
possibilità a chi ha già una barca o la vuole acquistare di avere un
approdo; ma considerato che gli scafi di nautica da diporto arrivano oggi
fino ai 30 metri, una struttura di questo tipo non appare strategica. Gli
amministratori di San Salvo hanno già ipotizzato ³un suo eventuale
ampliamento² in caso di ulteriori richieste di posti-barca; ma in che
direzione se alla destra c¹è il territorio di Montenero e alla sinistra
l¹edificato di San Salvo Marina?
Quanto all¹impatto ambientale, è sicuramente molto alto. Essendo entroterra,
la darsena costituisce una vera e propria palude, che, per quanto isolata,
certo produrrà umidità nell¹aria e penetrazione dell¹acqua in profondità :
con possibili effetti, nel tempo, sulle strutture edili della zona. In più
la darsena è affiancata dal fosso del Mulino Pantanella: che d¹inverno è in
grado di raccogliere le acque piovane, in genere melmose, scaricandole a
mare. Infine, il canale ha un asse nord/nord-est; il che produce gravi
rischi di insabbiamento (per mareggiate da est e correnti da sud-est)
dell¹imboccatura del porticciolo: per cui si porrebbe un problema di
drenaggio continuo e costoso per mantenerlo in efficienza.
Molti non sanno che la scelta di collocare il porticciolo in quell¹area, al
confine con il territorio di Montenero di Bisaccia, è derivata anche da un
iniziale tentativo di concordare il porto turistico con la vicina località .
In un Consiglio comunale della primavera 2002, l¹allora Sindaco di San
Salvo, in risposta ad alcuni nostri dubbi a riguardo, rispose che il dialogo
con Montenero non si era interrotto e che anzi probabilmente si sarebbe
arrivati ad un progetto comune.
I fatti non gli hanno dato ragione. Il Comune di Montenero ha in seguito
fatto redarre un progetto di porto turistico (con annesso villaggio
residenziale) da insediarsi circa 500 metri più a sud di quello di San
Salvo, con i seguenti dati tecnici: un molo a forma di uncino lungo 350
metri ed un secondo perpendicolare all'arenile lungo 200 e largo 80 metri;
una darsena scavata lungo la spiaggia, con 400 posti barca per natanti dai 4
fino ai 16 metri. Sono poi previsti una struttura cantieristica di 3100 mq.,
un'area carburante, 400 posti auto, il bar e un ufficio doganale.
Non sappiamo se e quando il progetto si tradurrà ; ma se questo dovesse
accadere allora è evidente che saremmo di nuovo in competizione con
Montenero, come è avvenuto per i centri commerciali e le aree industriali. E
se poi anche Vasto si dotasse di un porto turistico nel giro di un anno-due,
addirittura ci troveremmo ad avere tre approdi in un tratto di costa di
10-12 chilometri: con un impatto ambientale non di poco conto.
In conclusione ci chiediamo: a cosa servono gli studi e i roboanti convegni
(ben pagati dalle rispettive amministrazioni) che periodicamente si tengono
sulle strategie territoriali, lo scenario intercomunale ecc. se poi non c¹è
una sola opera pubblica di rilevante utilità che venga concordata tra i
comuni di San Salvo, Vasto, Cupello e Montenero? E che cosa pensano le forze
politiche, culturali e, soprattutto, ambientaliste (alcune delle quali, come
l¹ARCI e i Verdi di Vasto, si sono già pronunciate) dell¹argomento?
San Salvo, 20.02.2006
Impegno per San Salvo