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Usi Civici: il comitato all'attacco

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In riferimento alle recenti esternazioni di Marchese sulla stampa, a proposito dell'ultima iniziativa del Comitato per la difesa del Demanio Civico, è necessario ribadire che a creare ''disorientamento'' è soltanto la reiterata incompetenza e superficialità con le quali egli stesso ha trattato fin dall'inizio tutta la problematica degli Usi Civici. Certo la materia è complessa, ma il Sindaco non si è sforzato di capirla né di spiegarla con correttezza ai cittadini. Anzi, il suo unico e dichiarato obiettivo è sempre stato quello di ''fare cassa'' con le terre civiche, chiudendo gli occhi e rinnegando perfino la storia della sua parte politica sul fatto che gran parte delle terre civiche (un patrimonio della collettività, per il quale ci sono state lotte e sacrifici da parte dei contadini di San Salvo) potrebbe finire nelle mani di chi non ne ha alcun diritto. Noi stiamo cercando di impedire (con il concorso di tutti i consiglieri comunali d'opposizione) che questa ingiustizia possa consumarsi e utilizziamo allo scopo gli strumenti che il diritto e la lotta politica democratica ci mettono a disposizione. Per questo abbiamo segnalato tutta la procedura anche alla Regione Abruzzo, e ci attendiamo una chiara risposta da parte dei suoi uffici. Noi, dunque, riteniamo che il Sindaco di San Salvo, ignorando che il Comune non è il padrone ma solo il gestore dei beni di uso civico, abbia infranto deliberatamente i vincoli e le procedure che la legge gli impone, in quanto: 1. Non si può fare contemporaneamente LEGITTIMAZIONE e AFFRANCAZIONE. Si deve prima legittimare. Chi ne ha i diritti e otterrà la legittimazione (dalla Regione e senza pagare un centesimo) potrà successivamente chiedere l'affrancazione che è una facoltà del cittadino legittimato, non un obbligo. Il Sindaco, invece, continua a ripetere imperterrito che i cittadini possono scegliere indifferentemente tra l'uno e l'altro o tutte e due assieme, e soprattutto che versino i soldi, perché a lui interessano per realizzare il teatro comunale. 2. Nella fase di legittimazione, gli oneri e i costi per la delimitazione dei lotti da assegnare ai legittimandi (cioè il frazionamento), non può essere fatto pagare ai cittadini, ma è il Comune che deve farsene carico, in quanto i cittadini interessati -in questo momento- sono tutti da considerare ''occupatori abusivi'' perché su quei terreni non hanno ancora alcun diritto soggettivo legalmente costituito, così come ha già chiarito (nero su bianco) anche la Regione, che lui aveva interpellato sull'argomento, non il Comitato. Dunque, chi vuol capire capisca, chi vuol fare politica gestendo in tal modo gli interessi collettivi, se ne assuma intera la responsabilità. Quanto a noi, non lasceremo nulla di intentato per fare in modo che la proprietà delle terre civiche vada solo a chi possiede i diritti e i requisiti di legge; e che il terreno non legittimato rimanga bene di tutti come è giusto che sia. San Salvo 10/03/2006 Il Comitato per la difesa del Demanio Civico -Artese Giovanni -Cilli Tonino -Di Pierro Angelo -Fabrizio Maurizio Venerdì 10 Marzo 2006 LA STORIA Il rebus-usi civici: pagare o chiedere rimborsi? I Comuni bussano a soldi, i residenti non sono convinti. A Ortona scoppiano le prime grane di LUCIANO TROIANO PESCARA - Canone, livello, affrancazione. Tre parole che agitano i sonni di molti residenti abruzzesi, e dei Comuni costretti a raschiare il barile per raggranellare soldi. Ortona è tra le prime amministrazioni ad aver effettuato la ricognizione dei terreni gravati da usi civici, sulla base di una legge regionale della vecchia Giunta Falconio, ed inviato le relative cartelle di pagamento; sulla stessa scia anche Vasto, San Salvo e numerosi comuni delle altre tre Province. 1.100 euro per ogni ettaro, scontati del 50% in favore di residenti nati nel territorio comunale ed agricoltori, con la scelta di pagare le ultime cinque annualità e versare poi una quota annuale oppure affrancare, per sempre, il ''livello''. «Tutto nasce dalle leggi che regolano la materia -spiega Luca Ferri, funzionario della ragioneria comunale ortonese- Una parte ha deciso di pagare il quinquennio pregresso e poi versare annualmente la quota; un'altra ha deciso di pagare per ottenere l'affrancamento definitivo dal livello». Ma una recente interpretazione della legge ha scatenato la caccia al rimborso degli ortonesi che sostengono di non dovere nulla per i terreni che, a tutti gli effetti, sono di loro proprietà da generazioni. «Non è in discussione la proprietà -aggiunge Ferri- che è stata legittimata con l'annessione delle province napoletane al Regno d'Italia, ma il diritto che grava sui poderi. In sostanza, pur abolita la feudalità nel 1861, è rimasto un diritto di enfiteusi a favore del nostro Comune. E' questa la base sulla quale richiediamo i pagamenti». Diversamente basterebbe un atto notarile nel quale il proprietario del terreno dichiari che il Comune non ha chiesto nulla negli ultimi venti anni con relativa trascrizione all'ufficio del registro. «E' il caso dei beni ecclesiastici e di quelli degli ex ducati del Nord Italia -conclude Ferri- dove gli usi civici erano regolati dall'editto leopoldino». da: http://www.ilmessaggero.it/view.php?data=20060310&ediz=08_ABRUZZO&npag=37&file=G.xml&type=STANDARD
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