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Francesca Fornario giornalista e autrice satirica, ospite a San Salvo

Dialoghi con Sara Cardarella il 22 marzo alle 18,30 presso il Caffè letterario di via Grasceta 31

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Mercoledì 22 marzo alle ore 18,30 la vulcanica Sara Cardarella dialogherà con  Francesca Fornario, giornalista e autrice satirica, del suo primo romanzo, dell'esperienza in radio e di tanto tanto altro ancora.

Francesca Fornario è giornalista e autrice satirica in radio e in Tv.

Di sé dichiara: " Occupazione: Satireggio a Un giorno da Pecora su Radiodue dove conduco anche Mamma Non Mamma e Ovunqe6. Collaboro con La7, Rai3, Sky, tutto tranne Mediaset. Scrivo Per il Fatto Quotidiano, per Il Manifesto e per Micromega perché sono felice che resistano. Ho scritto un romanzo per Einaudi che parla del fatto che quando una lavoratrice aspetta un figlio ha tre possibilità: 1) Rinunciare al lavoro 2) Rinunciare al figlio 3) Convincere Piersilvio Berlusconi che è lui il padre. Quanto all’intera faccenda: Penso che dovremmo tenerci stretti, e godercela finché dura.” Da Agosto 2016 lascia la Rai dopo aver svelato il diktat di Radio2 “Niente battute Matteo Renzi, niente politica, niente satira”."


La banda della culla è il suo primo romanzo: le avventure scatenate dei sei personaggi in cerca di figli fanno piangere dal ridere, nel romanzo d'esordio del talento comico naturale, decisamente fuori formato, di Francesca Fornario.
La banda della culla è una satira tenera e spietata sulle difficoltà che in Italia incontrano i 20-30-40enni nel diventare genitori. 
I lavori «a progetto» che impediscono di fare progetti, le leggi che negano i diritti invece di assicurarli, l'indice di fertilità che cala con gli anni.
Nella sala d'aspetto di una ginecologa romana si incrociano i destini di Claudia e Francesco, Veronica e Camilla, Giulia e Miguel. Sei vite che vogliono generare nuove vite. Ma non possono. Non in Italia, dove se hai un contratto precario, o un ovaio policistico, o origini straniere rimani impigliato nella peggiore giungla di divieti e norme arcaiche immaginate da un Paese che dichiara di amare la famiglia ma forse, segretamente, non la sopporta. Cosí parte l'avventura comica e disperata della «banda della culla», che sfida la legge per avere giustizia in un Paese dove gli inviati dei talk-show non vengono inviati da nessuna parte, i giornalisti scrivono sotto pseudonimi che scrivono sotto altri pseudonimi, gli argentini fanno i camerieri nei ristoranti messicani («A brasilià, qui a Roma mica stamo a guardà er capello»). 

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