“Namastè”, il saluto reverenziale originario della zona di India e Nepal comunemente usato in diverse regioni dell'Asia che letteralmente significa “mi inchino alle qualità divine che sono in te”, è la parola, o meglio il concetto filosofico, che ispira la conferenza di Francesco Sulpizio, presidente del CAI Abruzzo.

Con la spedizione CAI del 2003 al campo base dell’Everest da parte delle sezioni di Ortona (di cui Francesco Sulpizio è stato socio fondatore e della quale era allora anche Presidente) e di Pescara, egli è venuto a contatto con una realtà che, al di là degli aspetti paesaggistici, non poteva conoscere né immaginare: un mondo fatto di semplicità, ma soprattutto di povertà. Semplicità e povertà che si coniugavano altresì con una profonda e autentica spiritualità percepibile in ogni individuo, in ogni angolo di strada e che ha, in qualche modo, “fatto breccia” nella umana sensibilità di Francesco Sulpizio.

Da allora egli si è impegnato, nelle sue successive spedizioni (sulle Ande e intorno all’Annapurna), ad aprire un canale umanitario per sostenere anche economicamente alcune iniziative (portare materiale didattico ad una scuola orfanotrofio di Kathmandu, sostenere una Scuola di Quillabama in Perù in cui ci sono bambini presi dalla strada, orfani e poveri).

Il suo racconto e le immagini che ne costituiranno lo sfondo riveleranno quindi ai partecipanti come la passione per la montagna riesca a coniugarsi a volte con la solidarietà umana.

È con questo incontro che il CAI Sezione di Vasto vuole dare inizio ad una serie di eventi che verranno proposti durante tutto il 2024 per testimoniare il suo “cammino da oltre 25 anni”. Ricorre infatti in questo anno il 25° anniversario della sua fondazione. 

L’appuntamento è per sabato 27 gennaio presso la sala conferenze della sede del CAI di Vasto, in via delle Cisterne n. 4, alle ore 18.00.